Santa Maria di Leuca: de finibus terrae

This is a modified py-6 that occupies the entire horizontal space of its parent.

Centro abitato più a sud dell’intera provincia, Santa Maria di Leuca, ha una precisa origine.

Il nome “Leuca” venne attribuito dagli antichi marinai greci che vedono il posto come illuminato dal sole e quindi leukos, bianco. Nasce invece dai Romani, un altro nome cui viene associata, ovvero “de finibus terrae“. Il nome “Santa Maria”, fu voluto da San Pietro che sbarcato qui, lo dedicò alla Vergine.

Santa Maria di Leuca
Santa Maria di Leuca ©balatedorin via Canva

Il Santuario Finis Terrae

Il santuario Finis Terrae nasce su un antico tempio dedicato alla dea Minerva. L’interno del santuario è a un’unica navata con sei altari laterali. La facciata della chiesa è divisa in due da una trabeazione; la zona inferiore, arricchita con epigrafi e stemmi, è divisa in cinque scomparti da quattro lesene, due delle quali, terminano con due statue. Nella parte centrale, si apre il portale di ingresso, mentre altri due, più piccoli, sono posti alle due estremità.

Il Faro di Santa Maria di Leuca

Il faro di Santa Maria di Leuca è situato sulla Punta Melisio. La torre ottagonale si trova a 47 mt sul livello del suolo e a 102 dal livello del mare.

Si può raggiungere la cima attraverso una scala composta da 254 gradini e ammirare il mozzafiato panorama sui due mari, con ad oriente i monti dell’Albania, ad occidente i monti della Calabria e a mezzogiorno l’isola di Corfù.

La costa di Leuca presenta una caratterizzazione diversa da costa a costa: quella sull’Adriatico (Levante) si presenta alta e frastagliata, quella sullo Ionio (Ponente) più bassa e omogenea.

Faro di Santa Maria di Leuca
Faro di Santa Maria di Leuca ©diegofiore via Canva

Le grotte

La costa di Levante ospita numerose grotte come quella delle Cazzafri, quella del Pozzo, del Brigante, per finire con l’insenatura del Ciolo.

Sulla litoranea che porta a Gallipoli nei presi di Punta Ristola, si incontra la Grotta Porcinara ed infine la Punta del Diavolo cosi chiamata a causa dei cupi rimbombi; qui sono stati scoperti dei reperti del Neolitico.

Sulla costa di Ponente troviamo invece la Grotta dei Giganti, del Bambino e quella del Presepe, cosi chiamata per la presenza di stalattiti che richiamano la Natività.

Le feste paesane

Naturalmente non possono mancare le feste del paese. Ogni 15 agosto si festeggia la Madonna di Santa Maria di Leuca con una processione per le vie del paese, fino al porto dove viene imbarcata su una paranza di pescatori.

La particolare posizione geografica di Santa Maria ha favorito il contatto di diverse popolazioni mediterranee e la nascita di bellissime dimore e ville ottocentesche che una domenica di maggio vengono aperte al pubblico. Qui, all’interno di ogni villa, vengono illustrate le caratteristiche storiche ed architettoniche. Inoltre il percorso guidato prevede la degustazione di specialità gastronomiche o esposizioni architettoniche. Di regola l’accesso è gratuito o stabilito dal proprietario.

Come arrivare a Santa Maria di Leuca

In Aereo:

  • Aeroporto di Bari 250km

In treno:

Arrivare in treno fino a Lecce, e da lì servirsi delle reti ferroviarie locali fino a giungere a Gagliano del Capo (5km da Santa Maria di Leuca, un’altra alternativa, giunti a Lecce, può essere l’ottimo servizio Salento in Bus presente durante tutto il periodo estivo.

In Auto:

  • Da Brindisi: SS613 direzione Lecce. Prima di arrivare a Lecce imboccare lo svincolo SS694 Tangenziale Ovest, dopo alcuni km imboccate lo svincolo SS101 per Gallipoli. Proseguire sulla SS101 e seguire le indicazioni per Santa Maria di Leuca
  • Da Bari: SS16 direzione Brindisi e proseguite fino a Lecce senza mai cambiare direzione una volta giunti sulla SS613 seguire le indicazioni qui sopra.

Santa Maria al Bagno in Salento è una località turistica del comune di Nardò.

Il suo nome rimanda alla Torre del Fiume fatta costruire nel XVI secolo da Carlo V e di cui adesso rimangono solo i quattro torrioni. Lo scopo di questa edificazione era quella di proteggere la popolazione dato che la località sorgeva in una posizione molto strategica per l’approvvigionamento dell’acqua e diveniva spesso preda delle razzie dei pirati.

Santa Maria al Bagno è una ridente e vitale cittadina durante la stagione estiva, tuttavia si possono fare delle piacevoli gite anche nelle belle giornate primaverili e autunnali.

Santa Maria al Bagno
Santa Maria al Bagno ©diegofiore via Canva

La spiaggia e il mare di Santa Maria al Bagno

La spiaggia di Santa Maria al Bagno è caratterizzata da tratti sabbiosi, ideali per una vacanza con bambini, e da coste più rocciose, perfette per chi ama i paesaggi selvaggi. Qui si può trovare tutto ciò di cui si ha bisogno per trascorrere una rilassante vacanza: lidi attrezzati, bar, ristoranti e la possibilità di fare immersioni subacquee o praticare altri sport acquatici. Imperdibili sono anche le escursioni in barca (che si possono prenotare in una delle tante agenzie) per ammirare la bellezza di tutta la costa.

Sicuramente capiterà di notare la Montagna Spaccata, chiamata così perché è stata spaccata durante gli scavi effettuati nella scogliera per creare la strada di collegamento fra Santa Maria al Bagno e Lido Conchiglie. È proprio qui che tutti gli amanti dello snorkeling potranno ammirare tanti pesci colorati.

Cosa vedere

  • Chi trascorre le proprie vacanze qui non potrà naturalmente non notare le Quattro Colonne restanti dell’antica Torre del Fiume. È un posto molto suggestivo che, dopo il restauro avvenuto fra gli anni ’60 e ’70, è divenuta la meta principale dei turisti. Nel tempo questa è diventata anche la location per importanti concerti come quelli di Domenico Modugno, Adriano Celentano e Ray Charles.
Le Quattro Colonne di Santa Maria al Bagno
Le Quattro Colonne di Santa Maria al Bagno ©boerescul via Canva
  • Per tutti gli amanti della storia, una piacevole scoperta è sapere che nella cittadina è stato inaugurato nel 2009 il Museo della Memoria e dell’Accoglienza che accoglie testimonianze della II Guerra Mondiale e della persecuzione degli Ebrei ad opera dei nazisti, come i celebri murales di Zivi Miller.
  • Poco distanti da Santa Maria al Bagno è possibile ammirare le Ville eclettiche delle Cenate che si trovano lungo la strada che da qui porta a Nardò. Si tratta di ville dell’‘800 in cui è possibile rinvenire elementi architettonici e artistici di stili diversi (da qui il termine Eclettismo).
  • Per una giornata diversa da trascorrere con i propri bambini, imperdibile è l’Acquario del Salento per scoprire tutti i segreti del mondo sottomarino, con tanti percorsi ludici e laboratori.

Eventi

Il clima favorevole di Santa Maria al Bagno la rende una località piacevole per trascorrere le proprie vacanze settembrine e, se capita di trovarsi in questo mese nel piccolo borgo, sarà molto suggestivo prendere parte alle Feste Patronali in onore di Santa Maria il 12 settembre: in questa occasione, si svolge una caratteristica processione in mare e vengono organizzate delle sagre per gustare i piatti tipici.

A pochi giorni di distanza, dal 16 al 19 settembre, si tiene la festa in onore di San Giuseppe da Copertino. Durante i festeggiamenti il borgo si illumina con delle splendide luminarie e fuochi pirotecnici.

Come arrivare a Santa Maria al Bagno

In auto: percorrere la A14 fino a Bari, quindi imboccare la SS16 in direzione Lecce. Procedere per circa 25 km lungo la SS101 fino all’uscita Galatone. Imboccare Santa Maria al Bagno e infine la SP90.

In treno: da qualsiasi città d’Italia prendere un treno con destinazione Lecce. Una volta giunti nel capoluogo, sarà sufficiente prendere un bus per raggiungere Santa Maria al Bagno (in alternativa, si potrà prendere un treno fino a Nardò).

In aereo: giungere all’Aeroporto di Brindisi, quindi prendere un treno o un bus fino a Lecce e da qui spostarsi verso Santa Maria al Bagno in uno dei due modi visti sopra.

Nella splendida cornice del Canale di Otranto dalle acque limpidissime, si erge un borgo antico dal fascino multiforme: Santa Cesarea Terme.

A 50km da Lecce, situata sulla costa sud-orientale del Salento, rappresenta una delle mete salentine più ambite dai viaggiatori in cerca di relax e benessere. Questo grazie anche alle acque termali benefiche che sgorgano dal sottosuolo che sono, infatti, un vero elisir di bellezza e di salute.

Santa Cesarea Terme
Santa Cesarea Terme ©pilat666 via Canva

Centro storico di Santa Cesarea Terme

Alla bellezza della costa rocciosa a picco sul mare, si uniscono le suggestioni di un centro abitato dalle atmosfere liberty e del rinomato stabilimento termale. Nella fascia intermedia si scopre il caratteristico abitato costeggiato da bellissime ville, tra cui Villa Sticchi e Villa Raffaelli, mentre, nella parte alta, con le campagne circostanti dove potrete ammirare numerosi vigneti e uliveti, la quale custodisce alcuni siti di elevato interesse storico e paesaggistico come la trecentesca Chiesa Madre del Sacro Cuore.

Salendo ulteriormente la collina, raggiungerete un boschetto di pini d’Aleppo dove si trovano anche un piccolo parco giochi per i più piccoli e il Belvedere raggiungibile con una piacevole passeggiata. Qui ammirerete in un solo sguardo l’intera costa fino a Leuca e, nei giorni in cui il cielo è più terso, sono ben visibili dall’altra parte del mare le alte montagne albanesi.

Storia di Santa Cesarea Terme

Ufficialmente, Santa Cesarea Terme nasce come comune autonomamente amministrato soltanto nel 1913. Questo splendido comune del Salento è sbocciato tardi, per via dei numerosi attacchi da parte dei Saraceni lungo le coste.

Nel Cinquecento i continui scontri allontanavano la popolazione, e resero difficile la creazione di un centro urbano. Solo nell’Ottocento le grotte e le acque sulfuree dalle proprietà curative, furono riscoperte, trasformando Santa Cesàrea Terme in una rinomata stazione idrotermale, adornata da splendide ville nobiliari e borghesi. Nel tempo, a cavallo tra Ottocento e Novecento, il borgo crebbe tanto da diventare più grande dei centri vicini e nacque così il bisogno di avere adeguata amministrazione.

Le leggende popolari

Le benefiche acque sono anche le protagoniste di alcune delle più affascinanti leggende della tradizione popolare.
La città prende il nome dalla sua Santa Patrona; la tradizione popolare racconta che Cesaria Vinciguerra nacque nel XIV secolo. La Santa perse la madre che era ancora adolescente, e per fuggire alle inappropriate attenzioni del padre si rifugiò in una grotta della marina di Castro, sotto un colle roccioso presso Otranto, attorno al quale poi nacque il paese. Il padre nel tentativo di rapirla fu inghiottito dalle onde, e da allora una sorgente di acqua sulfurea sgorga proprio da quel punto. La giovane donna decise comunque di continuare la sua vita in quella grotta, votata a una totale dedizione a Dio. Dopo la sua morte, fu eretta una chiesa dove i pellegrini potessero recarsi in pellegrinaggio.

Secondo un’altra leggenda, le acque di Santa Cesarea avrebbero, invece, origini mitologiche legate alla sconfitta sui Campi Flegrei dei Leuterni da parte di Ercole. Alcuni di questi giganti, che si dice fossero temprati nel fuoco e nello zolfo, riuscirono a fuggire al semidio e a nascondersi nelle grotte salentine della zona di Santa Cesarea, all’interno delle quali, dalla dissoluzione nell’acque delle sostanze generate dai loro corpi in decomposizione, nacquero le sorgenti sulfuree.

Terme di Santa Cesarea

Se Santa Cesarea Terme è diventata, in un certo senso, la capitale del wellness salentino è grazie alle sue benefiche acque salso-bromo-iodiche-solfuree-fluorurate che sgorgano da quattro grotte marine naturali (chiamate Fetida, Sulfurea, Gattulla e Solfatara) ad una temperatura di circa 30 gradi.  

Questo tipo di acque vengono considerate un vero e proprio patrimonio dal punto di vista medico in quanto vantano elevate proprietà terapeutiche. Si rivelano particolarmente efficaci nella cura delle patologie alle vie respiratorie, sono in grado di alleviare dolori e disturbi dell’apparato muscolo scheletrico, trattamenti delle patologie dell’epidermide, sino ai bagni e ai massaggi, e grazie alla presenza del bromo, vantano effetti sedativi utili in caso di stress, affaticamento, agitazione ed insonnia e, da qualche anno, sono impiegate anche nell’ambito della medicina estetica.
Presso la struttura è, inoltre, possibile godere di speciali trattamenti che, oltre alle acque e ai fanghi, sfruttano anche altri prodotti naturali a chilometro zero. Da provare lo scrub all’olio e foglie d’ulivo, il trattamento a base di miele e vino Negramaro oppure di sale marino, e le docce termali.

Inoltre sono presenti dei stabilimenti balneari:

  • il Caicco un lido storico, terrazzato a più livelli su una scogliera a picco sul mare.
  • La Piscina Sulfurea, con una splendida piscina di acque termali a 30° con vista e accesso al mare, facilmente accessibile grazie ad una scala scavata nella roccia che permettono di godere allo stesso tempo di tutti i piaceri e i benefici delle cure termali e di una vacanza balneare.
Santa Cesarea Terme
Santa Cesarea Terme ©tupungato via Canva

Eventi

  • Tra gli eventi di Santa Cesarea Terme quello più importante, nel mese di luglio, è la “Notte blu”. Una versione alternativa delle tradizionali notti bianche, con negozi e diverse strutture museali aperte. Caratterizzata in questo caso dal tema del risparmio energetico, viene infatti celebrata in una notte di luna piena, e quindi naturalmente più luminosa. L’intera notte è animata da una serie di spettacoli, opere teatrali, artisti di strada, cabaret e degustazioni di piatti tipici.
  • La Santa Patrona, che dà anche il nome alla città, è particolarmente amata. Ogni anno l’11 e il 12 settembre si tiene la Festa Patronale di Santa Cesarea Vergine. La celebrazione inizia con una processione che si snoda tra le strade della città, e prosegue in mare, con la benedizione delle onde e un corteo di imbarcazioni che arriva fino alla grotta dove si dice che la Santa abbia trascorso gran parte della sua vita, votata alla preghiera.
  • Da non perdere il Palio di Santa Cesarea, durante il quale viene premiato il miglior vogatore di “voga alla veneta” (consiste nel vogare in piedi per vedere se c’è sufficiente fondale per la navigazione). Non mancano spettacolari fuochi d’artificio, degustazioni e la tradizionale “pizzica salentina”.

Sulla costa ionica, questo piccolo centro turistico, ha grande valore ambientale e naturalistico con molte pinete, grotte naturali e un mare limpidissimo. Santa Caterina è delimitata da due vicine torri: la Torre di Santa Caterina e la Torre dell’Alto; quest’ultima segna il confine con Porto Selvaggio.

Santa Caterina
Santa Caterina ©luigiconte via Canva

La frazione comprende una parte costiera con il lungomare e una zona collinare chiamata “Le Cenate“, una zona residenziale con moltissime dimore appartenenti ad epoche e stili differenti.

La costa si presenta esclusivamente rocciosa e frastagliata con basse scogliere dove i più coraggiosi possono tuffarsi. Un piccolo tratto sabbioso accompagna un bellissimo mare color azzurro che via via diventa sempre più scuro verso le acque più profonde.

Diverse sono le grotte che testimoniano i processi di innalzamento e abbassamento del livello del mare e dove sono stati ritrovati fossili di specie marine.

La piccola cittadina rientra anch’essa nel contesto del Parco naturale e Palude del Capitano tra i 100 luoghi da salvare del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano).

Nella stagione estiva si popola in maniera esponenziale, soprattutto il lungomare ricco di lounge bar, pub e gelaterie e piccole vie che confluiscono nella via principale e nella graziosa piazzetta centrale.

Ed infatti, proprio grazie al turismo che sono nate molte strutture ricettive come B&B, villaggi e resort.

santa caterina
Santa Caterina ©cesareantonio via Canva

San Pietro in Bevagna è una località marittima che fa parte del comune di Manduria, in provincia di Taranto. Con il suo litorale lungo 15 km, in estate ospita numerosi turisti provenienti da tutto il mondo. È una spiaggia caratterizzata da diverse dune, un luogo ideale per trascorrere giorni di vacanza rilassanti e divertenti. Le acque sono cristalline e i lidi attrezzati e liberi rispondono alle esigenze di diverse tipologie di turisti, dai più giovani, alle famiglie con bambini. Dista soli 22 km da un’altra località balneare molto famosa, Porto Cesareo, e soli 10 km da Punta Prosciutto, un’altra spiaggia presa d’assalto in estate.

Il nome della cittadina è legato a quello dell’apostolo San Pietro che, secondo la leggenda, sarebbe sbarcato in questa località. Così, proprio uno dei simboli della città è la Chiesa dedicata a San Pietro, incastonata in una splendida torre medioevale, a pochi metri dalla spiaggia.

La chiesa è costituita da un’unica navata mentre la parte esterna è caratterizzata dalla presenza di uno stemma papale in bassorilievo, posto sopra alla lunetta del portale. Sulla facciata laterale c’è un piccolo campanile ed un’altra caratteristica finestra istoriata.

San Pietro in Bevagna
San Pietro in Bevagna ©vitopalmisano via Canva

Cosa vedere

  • Sul fondale marino di San Pietro in Bevagna si trovano alcuni sarcofagi marmorei di epoca romana, i cosiddetti Sarcofagi del Re, resti del carico di una nave romana affondata nel III secolo d.C. Della nave non è rimasta traccia ma gli amanti delle immersioni subacquee potranno ammirare il tesoro che è andato disperso. 23 sarcofagi appartenenti a diverse epoche storiche, la più antica risalente al 150 d.C., che si trovano a circa 5 metri di profondità.
  • Sempre dal punto di vista naturale, importanza ha anche la Riserva della foce del fiume Chidro, una serie di sorgenti sotterranee di acqua dolce che si estendono per circa 13 km. Si tratta di un fiume sotterraneo le cui acque, mischiandosi con quelle del mare in cui sfocia, sono molto fresche, così che nuotandovi si possono sperimentare delle improvvise variazioni di temperatura.
  • C’è anche la Salina dei Monaci, suddivisa tra la stessa San Pietro in Bevagna e Torre Colimena (appartenente anch’essa al Comune di Manduria). È caratterizzata da una spiaggia sabbiosa con tratti rocciosi ed uno stagno salato dove è possibile osservare in alcuni periodi dell’anno alcuni volatili come i fenicotteri rosa.

Come raggiungere la destinazione

In aereo:

Se si arriva all’Aeroporto di Bari, è possibile raggiungere San Pietro in Bevagna noleggiando un’automobile con cui potersi spostare tranquillamente alla scoperta della città e dei posti vicini.

Stessa cosa se si arriva all’Aeroporto di Brindisi: il servizio di noleggio dell’auto è molto comodo perché si eviterà di prendere altri mezzi che, soprattutto in estate, possono risultare molto affollati.

Da Brindisi:

Si può raggiungere San Pietro in Bevagna con i mezzi pubblici (bus linea 500 fino a Erchie Stazione). In alternativa si può scegliere il servizio transfer per San Pietro in Bevagna.

Da Bari:

I mezzi pubblici permettono di raggiungere la bella località del tarantino: ad esempio si può prendere un bus per Avetrana e da qui spostarsi poi a San Pietro in Bevagna.

Non meno utili anche le navette per San Pietro in Bevagna dalle città vicine, comode ed economiche, per raggiungere la destinazione senza avere pensieri di dove parcheggiare la propria auto.

San Pietro in Bevagna
San Pietro in Bevagna ©francescorizzuto via Canva

Curiosità su San Pietro in Bevagna

È di poco tempo fa la notizia di una scoperta eccezionale fatta proprio qui. E’ stato rinvenuto, infatti, uno scheletro perfettamente conservato di un “gigante” di 199 centimetri di ossa e con femori decisamente lunghi per l’epoca. Pare che lo scheletro del gigante di San Pietro in Bevagna sia stato ritrovato e datato già qualche anno fa. La datazione è stata resa possibile grazie alle suppellettili ritrovate nei pressi e le monete che lui e altri scheletri conservavano in bocca.

Subito dopo quella scoperta, però, i resti del gigante sono stati di nuovo sotterrati e non recuperati. Resta solo una foto, scattata in quell’occasione, ma per ora nessuno ha intenzione di approfondire la questione.

Come visto, a San Pietro in Bevagna non c’è solo il mare ma anche tante altre ricchezze da scoprire.

Dalle città vicine è possibile prendere una navetta per San Pietro in Bevagna, comoda, veloce e l’ideale per chi vuole gustarsi una vacanza all’insegna del relax e del divertimento.

Porto Selvaggio o meglio Parco naturale regionale Porto Selvaggio e Palude del Capitano si trova in provincia di Lecce. Dal 2007è nell’elenco dei “100 luoghi da salvare” del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano).

Il parco si estende per 1000 ettari tra Gallipoli e Porto Cesareo, e diviso da Santa Caterina dalla Torre dell’Alto. Mare e natura sono i due “ingredienti” da cui sarete subito circondati e che si fondono tra loro, rendendo indimenticabile lo scenario che vi si presenta dinanzi agli occhi.

Porto Selvaggio
Porto Selvaggio ©diegofiore via Canva

Per raggiungere la baia vi sono diversi ingressi, percorrendo un sentiero ricco di vegetazione per circa 20 minuti. Ad accogliervi ci sarà una vista di grande impatto con un mare azzurro, sassi e scogli. Questa è la parte più importante o per meglio dire “famosa” di Porto Selvaggio, una piccola insenatura incuneata nel bosco e delimitata da entrambi le parti da una bassa scogliera che man mano diventa più alta e dove i più temerari potranno tuffarsi. Qui, inoltre, vi è una piccola sorgente di acqua fredda e dolce.

La vista più bella dalla parte di Torre Luzzo è più impervia da raggiungere, ma non per i più sportivi che saranno, tra l’altro, ripagati dal fantastico panorama. La baia di Luzzo è un giacimento paleolitico con manufatti e resti di grandi mammiferi. Da qui si possono poi raggiungere diverse grotte tra cui la Grotta di Capelvenere fino a giungere alla Torre dell’Alto. Lo spuntone su cui sorge termina con uno strapiombo detto Dirupo della Dannata.

Come arrivare a Porto Selvaggio: in auto

Da Brindisi: SS7 per Mesagne; SP74 per San Pancrazio Salentino; SP109 per Torre Lapillo; SP359 per Porto Cesareo. Giunti a Porto Cesareo imboccare la SP286 direzione Sant’Isidoro e costeggiare la caratteristica litoranea che porta fino a Gallipoli fino a Porto Selvaggio.

Da Bari: SS16 per Brindisi uscita Mesagne; per Mesagne; SP74 direzione San Pancrazio Salentino; SP109 per Torre Lapillo; SP359 per Porto Cesareo. Giunti a Porto Cesareo seguire le indicazioni qui sopra.

Porto Badisco è una località balneare tra Otranto, Santa Cesarea Terme e Castro e, secondo la leggenda legata alla narrazione di Virgilio, qui approdò Enea insieme al padre ed al figlio.

Zona di interesse storico-paesaggistico, tra scogli, grotte e acque cristalline, la località è rinomata soprattutto per il mare pescosissimo di ricci marini.

Qui, inoltre, si trova la Grotta dei Cervi, un complesso ipogeo che racchiude graffiti e dipinti databili al Neolitico. Spiagge vergini, calette silenziose e lidi isolati: Porto Badisco non offre distese sabbiose bensì anfratti e insenature. Essendo la Grotta dei Cervi chiusa al pubblico dal 1970, si può raggiungere in una vicinissima località (Castro), la più famosa Grotta della Zinzulusa, una grotta di origine carsica.

Porto Badisco
Porto Badisco ©maudanros via Canva

La spiaggia

Accerchiata fra fichi d’India e mirto, la spiaggia di Porto Badisco è un vero e proprio piccolo fiordo in cui si alternano sabbia e rocce non molto taglienti. L’acqua è cristallina, quasi fosse di sorgente, e lo scenario è paradisiaco.

L’accesso è facile, c’è possibilità di parcheggio e di noleggiare ombrelloni, canoe e lettini: questi sono altri aspetti che fanno sì che la spiaggia sia letteralmente “presa d’assalto” durante la stagione estiva da turisti provenienti da tutto il mondo.

Cosa fare a Porto Badisco

Nei dintorni di Porto Badisco gli amanti del trekking e delle escursioni possono visitare il Parco naturale regionale Costa Otranto- Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, ricco di molte specie di piante e animali.

Di straordinaria bellezza è anche l’escursione in barca di tutta la costa che è possibile fare con i tour organizzati: in questo modo si potranno ammirare tutte le meraviglie vicine a Porto Badisco come la già citata Grotta della Zinzulusa, passando per Santa Cesarea Terme, il Faro di Punta Palascia fino a giungere quasi ad Otranto.

Immergersi nelle acque cristalline facendo un tuffo durante l’escursione renderà l’esperienza ancora più indimenticabile.

Dal paese di Porto Badisco partono inoltre delle escursioni in barca per tutti gli amanti delle immersioni che in questo modo potranno apprezzare ancora meglio i tesori di questo mare.

Porto Badisco
Porto Badisco ©maudanros via Canva

Cosa mangiare

Come in tutto il Salento, la cucina tipica è ricca di buon pesce, primi piatti della tradizione pugliese e dolci da leccarsi i baffi.

Immancabili i ricci marini da gustare con le linguine, le fritture di mare e altri piatti di pesce, crostacei e molluschi.

Anche qui si può trovare il gustosopasticciotto leccese”, un dolce di pasta frolla ripieno di crema ma declinato anche in tantissimi altri gusti per soddisfare i palati di tutti.

Oppure il rustico leccese, una pasta sfoglia ripiena di salsa al pomodoro, besciamella e mozzarella, ottimo da gustare passeggiando fra le strade del paesino.

Come arrivare a Porto Badisco

In aereo:

In treno:

La stazione di riferimento più comoda è Lecce: una volta giunti in città, prendere il bus fino a Porto Badisco oppure usufruire del comodo servizio NCC che vi accompagnerà direttamente a destinazione.

In Auto:

  • Da Brindisi: SS613 direzione Lecce. Prima di entrare in città imboccare la Tangenziale Ovest direzione Maglie-Otranto; prendere l’uscita 11B direzione Maglie; poco prima di arrivare a Maglie, imboccare la SS16 per Otranto e prendere l’uscita per Giurdignano. Arrivati a Giurdignano troverete le indicazioni per Uggiano la Chiesa, attraversando il centro cittadino seguire le indicazioni per Porto Badisco.
  • Da Bari: Imboccare la SS16 in direzione Brindisi; senza svoltare continuare in direzione Lecce. Da qui seguire le indicazioni qui sopra.

Parliamo ora di uno dei posti più frequentati di tutta la provincia di Lecce: la Marina di Pescoluse.

Situata nel basso Salento, sulla costa ionica in provincia di Lecce, tra Torre Pali e Torre Vado, l’ampia spiaggia è protetta da splendide dune, folta vegetazione e mare cristallino.

Dal 2009 il mare di Pescoluse è insignito della prestigiosa Bandiera Blu della Fee – Foundation for Environmental Education. Bandiera Blu significa qualità delle acque ma anche depurazione, gestione dei rifiuti, servizi e sicurezza sulle spiagge, traffico delle auto organizzato.

Pescoluse
Pescoluse ©cristiancapizzi via Canva

La spiaggia di Pescoluse

Dal 2004 ha ottenuto il riconoscimento delle 4 Vele di Legambiente ed è famosa con il nome dell’omonimo lido presente sulle sue coste: le “Maldive del Salento”. Unica ed incantevole, bella ed invitante da lasciare un ricordo unico ed indimenticabile.
Dalle rilassanti passeggiate lungo l’arenile ai più frizzanti sport acquatici, dalla ginnastica aerobica allo yoga sulla spiaggia al tramonto o all’alba; dai dissetanti drink assaporati all’ombra delle palme ai cocktail raffinati delle lunghe notti al chiaro di luna.

Con il suo lungo litorale di circa 4 km, rappresenta un angolo di paradiso con acque limpidissime, sabbia bianca e finissima, bassi fondali e tramonti mozzafiato.

La spiaggia è molto grande ma durante i mesi estivi si popola notevolmente di turisti ed è per questo che bisogna andarci di buon’ora o recarsi presso gli innumerevoli lidi privati.

Il centro abitato di Pescoluse è molto piccolo ma accoglie migliaia di turisti grazie a numerose strutture come B&B, case vacanze ed agriturismi; queste ultime non sorgono direttamente sul mare, bensì a circa 500 mt dalla costa, nel rispetto della natura.

Per chi volesse spostarsi è ben collegata ai diversi centri più grandi del Salento come Gallipoli o Leuca; mentre per chi rimane in paese vi sono numerosi luoghi di ritrovo dove è possibile godere di maggiore tranquillità.

Splendido luogo che prende il nome dallo sbarco dei guerrieri turchi nel XV secolo, Baia dei Turchi è diventata ormai una località nota per le sue spiagge di acqua cristallina.

Appartiene all’oasi protetta dei Laghi Alimini e detiene la Bandiera Blu e le 5 Vele di Legambiente.

La baia sabbiosa e incontaminata con acque limpide e circondate da una scogliera di macchia mediterranea, non ha nulla da invidiare alle mete turistiche internazionali. Si può raggiungere fino ad un certo punto con i mezzi; l’ultimo tratto di circa 4 minuti a piedi.

Affacciati sul mare vi sono alcuni lidi, ma anche spiagge libere anche se un po’ affollate.

Per chi ha molto tempo libero inoltre, è possibile raggiungere molto facilmente Punta Palascia o le vicine spiagge dei Laghi Alimini.

Baia dei Turchi
Baia dei Turchi ©sergio-pazzano via Canva

Come arrivare a Baia dei Turchi

SS613 direzione Lecce; prima di entrare in città imboccare la Tangenziale Ovest direzione Maglie-Otranto; prendere l’uscita 11B direzione Maglie; poco prima di arrivare a Maglie imboccare la SS16 per Otranto.Giunti a Otranto imboccate la litoranea (SP366) in direzione Torre dell’Orso, superato il Resort Le cale parcheggiate nell’ampio parcheggio nei pressi della pineta. Da lì proseguite per pochi minuti a piedi per il sentiero che vi porterà nella spiaggia.

  • Da Bari:

Imboccare la SS16 in direzione Brindisi;senza svoltare continuare in direzione Lecce. Da qui seguire le indicazioni qui sopra.

Vieste è una piccola cittadina della costa garganica che ogni anno attira numerosi villeggianti per via della sua attrezzatura alberghiera e balneare che accontenta le esigenze dei turisti: non solo alberghi, bed and breakfast e villaggi turistici ma anche campeggi e bungalow per i più avventurosi, a ridosso di distese di spiagge sabbiose e pinete ombrose.

Vieste
Vieste ©pilat666 via Canva

Cosa vedere

  • Vieste è famosa per le sue spiagge sabbiose ampie e ben attrezzate adatte a famiglie, gruppi di giovani o anziani che vogliano godersi l’estate fra giochi da spiaggia e acque cristalline. Di particolare bellezza è il tratto di spiaggia che si trova a Sud di Vieste, caratterizzato dal Pizzomunno a cui è legata la leggenda di Cristalda e Pizzomunno, cantata anche a Sanremo dal famoso cantante Max Gazzè.
  • A Vieste oltre alle spiagge non mancano bellezze storiche come il Castello, fatto costruire dall’Imperatore Federico II che sorge nella parte più alta della città o la Cattedrale dell’XI secolo, costruita dove un tempo sorgeva un tempio precristiano.
  • Un’altra Chiesa è quella di Santa Maria di Merino a 6 km da Vieste sita in un luogo dove sono stati ritrovati i resti di una villa romana risalente al primo secolo a.C.: a questa Madonna sono molto legati i viestani che il 9 maggio celebrano la processione della tela del ‘400 che raffigura la Vergine.
  • Per tutti gli amanti dei vicoletti in cui passeggiare e acquistare souvenir, il centro storico è il luogo ideale. Punto di interesse qui è Piazzetta Petrone da cui è possibile ammirare la bellissima distesa di mare o soffermarsi a fare una cena romantica a lume di candela.
  • Uno dei luoghi della movida viestana dove si svolgono spesso concerti o eventi musicali dal vivo è Marina Piccola, una baia da cui è possibile osservare anche l’isolotto di Santa Eufemia e il suo faro.
  • Ancora, per gli amanti dei musei, il Museo Civico Archeologico dove sono conservati corredi tombali e reperti risalenti o, ancora, il Museo Malacologico dove sono esposte conchiglie provenienti da diversi mari, bellissimo da visitare anche in compagnia dei propri bambini.
Vieste
Vieste ©zm_photo via Canva

Cosa fare a Vieste

Sono tante le attività che il turista può svolgere a Vieste o nelle sue immediate vicinanze: per tutti gli esploratori che abbiano voglia di immergersi nella natura incontaminata, è imperdibile la Foresta Umbra che fa parte del Parco Nazionale del Gargano e che si estende per oltre 11.000 ettari di superficie a 800 metri sul livello del mare: qui sarà possibile praticare trekking o escursioni a piedi o in bici in una fitta vegetazione di alberi da alto fusto come le Faggete Vetuste, dichiarate Patrimonio Mondiale dall’Unesco oppure osservare la fauna che vive nella foresta, composta, fra gli altri, da cervi e daini e da animali acquatici del laghetto del parco. Inoltre, i visitatori potranno anche ammirare foto e altri reperti custoditi nel Museo di Storia Naturale della Foresta.

Nelle tante aree attrezzate per picnic sarà fantastico consumare il proprio pranzo a sacco, respirando l’aria pura boschiva ed ascoltando il canto dei tanti uccelli che fanno parte della fauna del posto oppure improvvisare una partita a pallone con i propri figli e socializzare con le altre famiglie intonando canzoni (magari con una chitarra), renderà l’esperienza ancora più divertente e indimenticabile.

Ancora, un’attività praticabile a Vieste che sicuramente non si dimenticherà facilmente, è quella di partecipare ad una battuta di pesca in uno dei Trabucchi, strutture in legno utilizzate per pescare, che arricchiscono ulteriormente lo scenario costiero del Gargano: è tendenza diffusa ultimamente quella di adibire i Trabucchi a degli scenografici ristoranti in cui recarsi per un aperitivo al tramonto oppure consumare un pranzo o una cena a base di pesce freschissimo appena pescato.

Trabucchi di Vieste
Trabucchi di Vieste ©scpixbit via Canva

Cosa mangiare

Oltre alle bellezze naturali e storiche del posto, Vieste soddisfa anche i palati più raffinati con un’ottima cucina Mediterranea e piatti appetitosi che rimarranno nel cuore di tutti coloro che visiteranno la piccola cittadina, da consumare in location mozzafiato serviti con gentilezza ed accoglienza dalla gente del posto.

La cucina tipica di Vieste è quella pugliese con alcune pietanze molto gustose realizzate con i prodotti del posto: la bruschetta al pomodoro, immancabile antipasto, con l’olio extra vergine d’oliva rigorosamente pugliese (di cui ricordarsi di fare scorta prima di tornare a casa) accompagnata dal caciocavallo podolico ottenuto da latte di vacche podoliche allevate allo stato semi brado; ottimo sia fresco che nella sua variante arrostita. Ovviamente, trovandosi in una città di mare non manca dell’ottimo pesce fresco e seppie, polpi, ostriche che allieteranno qualsiasi cena accompagnati da un ottimo calice di vino locale.

Da provare è la zuppa di pesce chiamata “Ciambott” che sarà un’ottima alternativa alle famose orecchiette alle cime di rapa (fra l’altro, ottime a Vieste). E per gli amanti della pizza, non può mancare la “Paposcia”, chiamata così perché ricorda una pantofola, realizzata con farina di tipo 00, acqua, sale, olio extra vergine d’oliva e crescenza (lievito naturale): nella sua versione originale è condita con mozzarella di bufala, pomodoro e un filo di olio ma ci sono diverse varianti tutte molto gustose.

Per quanto riguarda i dolci, oltre ai buonissimi gelati artigianali da assaggiare presso chiostri e bar del paese, non mancano le “K’lustr”, cartellate fritte ricoperte di miele e mandorle.

Come raggiungere Vieste

Per raggiungere la cittadina di Vieste, in base al mezzo di trasporto utilizzato, ci sono diverse possibilità:

  • in auto, per chi proviene da Nord, prendere l’Autostrada A14 Bologna- Taranto e uscire a Poggio Imperiale, quindi, proseguire per la Strada Veloce del Gargano per raggiungere Peschici. Vieste si raggiunge attraverso la litoranea, una strada ricca di bellissimi scenari costieri e folta vegetazione.

Per chi proviene da Sud, occorre prendere l’A14 Taranto- Bologna, quindi l’uscita di Cerignola Est fino a giungere attraverso la strada statale a Manfredonia. A questo punto, proseguire per Mattinata e poi tramite la litoranea, a Vieste.

  • In treno, per prima cosa occorre raggiungere Foggia e poi prendere un bus locale fino a Vieste (Ferrovie del Gargano o Sita).

In città, infatti, non è indispensabile l’utilizzo dell’auto ma ci si può spostare facilmente a piedi o in bicicletta dato che tutti i servizi sono a portata d’uomo.