Pizzica salentina
Il Salento è conosciuto nel mondo, non solo per la bellezza dei suoi luoghi e la ricchezza dei suoi monumenti ma anche per il fascino delle sue tradizioni popolari. Il folklore salentino mantiene vive le proprie tradizioni, non solo attraverso il ricordo delle manifestazioni che si svolgevano un tempo in questi luoghi, e continuano a sentirle vive e attuali. La pizzica salentina e le tarantate rappresentano uno spaccato di vita di ieri e di oggi, sono l’orgoglio della gente che vive in questi posti che riesce, in modo molto naturale e spontaneo, a conciliare un mondo globalizzato con la propria identità locale.
Il fenomeno della pizzica parte dalla riscoperta e dalla valorizzazione della musica popolare salentina, assumono una grande importanza sociale e culturale, riuscendo a far radunare nelle piazze migliaia di persone trascinate dal suono del tamburello ed ipnotizzate dal ritmo incalzante delle ballate. Le pizziche sono diventate un motivo per ritrovarsi tutti insieme, giovani, anziani e bambini, per le strade, nelle piazze o sulle spiagge, per riscoprire la bellezza delle piccole cose e dei semplici gesti, per vivere momenti di unione e per comunicare con gli altri in modo istintivo, dimenticandosi dei problemi quotidiani.
Essa assume la forma di una valvola di sfogo, che sotto forma di danze e canti, si libera dal proprio corpo tutte le frustrazioni accumulate durante la propria quotidianità.
Il significato della pizzica salentina
È una danza popolare e come tutte le “arti popolari” nasce e si sviluppa nel popolo e dalle sue sofferenze, trae la sua forza vitale e ne diventa parte integrante. Le sue radici affonderebbero probabilmente negli antichi riti dionisiaci dei nostri avi e, attraverso i secoli, nel medioevo confluirono nel tarantismo. Quello del tarantismo è un fenomeno storico religioso che da allora si diffonde nella penisola Salentina sino al 700 ed oltre.
Era nelle calde ed afose giornate di giugno, o comunque d’estate, che alcune donne (prevalentemente donne) venivano punte dalla tarantola durante le messi (la mietitura del grano) e la reazione che ne derivava era uno stato malessere, di agitazione, e di inquietudine, sintomi che si alleviavano solo attraverso il suono del tamburello o del violino. La voce si spargeva allora e si radunavano in casa della malcapitata, i suonatori che al ritmo incessante dei loro diversi strumenti cercavano di carpire quale ritmo risvegliasse lo spirito della taranta. L’attarantata allora poteva ballare o semplicemente agitarsi forsennatamente, anche per vari giorni, fino a quando una volta pacata si poteva dire guarita.
Nel 1700 a Galatina si diffuse il culto per San Paolo che secondo la credenza, guariva gli attarantati: ogni anno l’appuntamento era a Galatina nella cappella di San Paolo il 29 giugno. Qui le attarantate di tutto il Salento venivano per essere guarite bevendo l’acqua benedetta del pozzo adiacente la cappella, accompagnate dai musicanti-terapeuti. Ballavano la pizzica lasciandosi trasportare dal suono del tamburello e dei violini, mimando i movimenti della tarantola, libere da condizionamenti. Il tutto era rappresentato sino all’eccesso, lo stato di depressione ed agitazione, l’isteria, lo stato di torpore, le urla. Ma alla fine il Santo faceva il miracolo.
Il ruolo della pizzica come fenomeno popolare nel Salento
Il periodo delle tarantate era naturalmente quello estivo, ma via via che il fenomeno e la musica entravano nel folklore salentino, la pizzica cominciò ad essere suonata, cantata e ballata tutto l’anno in ogni occasione pubblica o festiva. Alle “tarantate” si sostituirono poi ragazze in costumi folkloristici, esperte di questo ballo seducente. Nata quindi dal rito pagano dell’esorcismo delle “tarantate”, la pizzica ha progressivamente acquisito autonomia come forma ritmica e musicale, e soprattutto come fenomeno popolare.
Delle pizziche originali oggi sono rimaste vive solo tre forme:
- la pizzica taranta o pizzica-pizzica: si balla in coppia, non necessariamente formata da individui dello stesso sesso;
- la pizzica de core: ballata da un uomo e una donna insieme;
- la pizzica scherma: ballata solo dagli uomini.
L’ ultima curiosità riguardante la pizzica salentina è il fazzoletto: pare, infatti, che non appartenga alla tradizione della danza, ma che sia stato aggiunto in seguito, come ornamento. Le mani delle danzatrici si riempivano del rosso della sua stoffa per aggiungere colore alla coreografia di una danza già di per sé travolgente. A prescindere da quale possa essere la sua vera storia, il rosso di quel fazzoletto è di sicuro simbolo emblematico di un sentimento forte ed istintivo, come l’amore e la passione di cui si fa vessillo.
La pizzica salentina oggi: la Notte della Taranta a Melpignano
Difficile, in questi ultimi anni, individuare una festa o una sagra, specie nel periodo estivo, che non comprenda l’esibizione di gruppi di suonatori e ballerini di pizzica nelle sue varianti. Ancor più difficile elencare perciò le manifestazioni di rilievo che rinnovano il fascino di questo ritmo e di questa danza: a Melpignano, Acaya Torrepaduli, Galatina hanno luogo alcune delle rassegne più importanti, alle quali accorrono turisti e curiosi da tutta Italia per confrontarsi con gli esperti musicisti (tamburellisti, violinisti, chitarristi, suonatori di cupa cupa…) e ballerini del Salento.
Il 26 agosto a Melpignano il ragno pizzica il Salento con la “Notte della Taranta” che è il più grande festival d’Italia e una delle più significative manifestazioni della cultura popolare in Europa, oltre 100.000 spettatori ogni anno invadono la cittadina per una rassegna unica nel suo genere.
La pizzica racconta la storia di un popolo, il modo di vivere semplice, i costumi, le credenze; si balla uniti da un rituale che trascende le generazioni, per sentirsi parte di una comunità, per integrarsi, per comunicare con la gestualità, per gioco o per amore, per toccarsi senza nemmeno sfiorarsi. La pizzica salentina è magia, è liberazione, è follia, è gioco di sguardi e di corpi che si inseguono, è danza cosmica e tripudio di suoni e di colori. Se vuoi capire un popolo ascolta la sua musica… cos’è la pizzica se non il battito del Salento?
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