Attori pugliesi che hanno fatto la storia del cinema italiano

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La Puglia è una terra famosa per le sue bellezze naturali, artistiche, storiche e per la sua cucina conosciuta in tutto il mondo, ma anche per i tanti artisti che qui hanno avuto i natali, soprattutto attori pugliesi, molto apprezzati nel panorama cinematografico italiano e internazionale.

Riccardo Scamarcio
Riccardo Scamarcio

Gli attori pugliesi di ieri e di oggi

  • Uno degli attori che ha portato la Puglia ad Hollywood è stato Rodolfo Valentino, nato a Castellaneta in provincia di Taranto nel 1895, partito per New York, all’età di soli 18 anni per inseguire il sogno americano, approda ad Hollywood dove sfonda come attore in diverse produzioni, fra cui “My Official Wife”, “The Quest of Life”, “The Foolish Virgin”.
  • Il talento e la bellezza non mancano anche negli attori pugliesi del cinema dei giorni nostri: un esempio è Riccardo Scamarcio, classe 1979, originario di Trani. La sua fama al cinema arriva con il cult generazionale “Tre metri sopra il cielo” e da lì la sua carriera è tutta in ascesa persino in ruoli di produzioni internazionali come in “To Rome With Love” di Woody Allen.
  • Titolato più bello d’Italia nel 1992 è l’attore e conduttore barese Ettore Bassi, classe 1970 che a soli 19 anni inizia a studiare teatro a Torino. Nel 1993 conduce la Banda dello Zecchino e nel 1994 inizia la sua carriera come attore nella miniserie TV “Italian Restaurant” e da quel momento sono tante altre le partecipazioni a fiction come “I ragazzi del muretto 3”, “Un posto al sole”, “Carabinieri” e la più recente “La porta rossa”.
  • Fra le donne pugliesi si ricorda l’attrice e conduttrice bitontina Bianca Guaccero che ha esordito al cinema nel film “Terra bruciata” al fianco di Giancarlo Giannini e Michele Placido. Da quel momento tante sono state le partecipazioni a film e serie TV: fra le più famose “Capri”, “La terza verità”, “Mia madre” mentre fra le presenze come conduttrice, nel 2008 la co-conduzione del Festival di Sanremo e l’attuale conduzione del programma pomeridiano di Rai Due “Detto Fatto”.

Risate made in Puglia

Lino Banfi
Lino Banfi
  • Re della risata indiscusso è l’attore barese, ma cresciuto a Capurso, Luca Pasquale Medici, in arte Checco Zalone che ha nel suo curriculum alcuni dei film di maggior successo della storia del cinema italiano. La sua carriera da comico decolla a Zelig Off nel 2005 dove interpreta parodie di canzoni famose. Il suo esordio come attore avviene nel 2009 con il film “Cado dalle nubi” e da quel momento, si succedono una serie di successi ed incassi al botteghino: “Che bella giornata”, “Sole a catinelle”, “Quo vado?”, fino all’ultimo “Tolo Tolo”.
  • È proprio in uno di questi film (“Cado dalle nubi”) che compare un altro famoso attore barese, Dino Abbrescia: “nato” attore di teatro, approda solo successivamente in film come “Io non ho paura”, “Manuale d’amore” e in serie TV come “Distretto di Polizia 10 e 11” o “Squadra Antimafia”.
  • Portavoce dell’allegria pugliese in tutta Italia è anche il comico e attore di Bari Emilio Solfrizzi, laureatosi al DAMS di Bologna. Famoso per la coppia creata con l’amico Antonio Stornaiolo, “Toti e Tata”. Tanti sono i personaggi interpretati al cinema e in TV come il fortunato ruolo di Paolo Giorgi in “Tutti pazzi per amore”.
  • Per ultimo, ma non meno importante, Pasquale Zagaria, più conosciuto come Lino Banfi, nato ad Andria e rappresentante di spicco del genere della commedia sexy all’italiana degli anni ’60 e ’80, molto apprezzato per il ruolo di Oronzo Canà in “L’allenatore nel pallone” e in altre commedie divertenti che strappano una risata ancora oggi. Di certo, il pubblico televisivo è ancora affezionato al suo ruolo di Nonno Libero in “Un medico in famiglia”.

Volete visitare Lecce e vivere la tipicità salentina in un colpo solo? Ebbene, se il tempo a vostra disposizione è davvero poco, non posso far altro che consigliarvi uno dei posti più antichi del paese, il quale nel corso degli anni ha subito dei cambiamenti notevoli, diventando un locale polifunzionale, dove poter gustare le delizie tradizionali leccesi. Vi parlo della “Boulangerie” di Lecce, il panificio storico di Lecce, nato nel 1990 a ridosso della piazza principale della meravigliosa città.

La Boulangerie, Lecce
La Boulangerie, Lecce

Il locale

Il locale si presenta con un nuovo restyling che si dipinge di un verde pastello sulle facciate, alternate da un bianco candido che colora i vari arredamenti e conferiscono un senso di freschezza e pulizia, illuminando il grande bancone dei prodotti esposti e che rendono la sala calda e accogliente.

Diventa il primo a sperimentare pani alternativi e ad allargare il concetto di panificio, che dall’ottobre scorso decide di abbracciare il mondo della pasticceria, ristorazione, rosticceria e bar.

La Boulangerie, Lecce
La Boulangerie, Lecce

I prodotti

Cosa possiamo trovare? Non solo la tipicità salentina, ma anche delle rivisitazioni della tradizione il tutto creato artigianalmente: tipici pasticciotti, rustici, puccette, puccie, pizzi, calzoni fritti ed al forno, taralli, frise, friselline, cartucce, murfettate, quaresimali, cupete, cartucci, mustaccioli, fruttoni, orecchiette, ovvero la nostra pasta fatta in casa.

La notte si lavora il pane, con mille proposte di farine speciali e farine bio: cereali, grano arso, semola con lievito madre, sesamo e tanti altri. Al mattino si preparano dei muffin nelle varianti del cioccolato e carota, un soffice plum-cake o per chi opta per una colazione sana e alternativa, si possono servire degli estratti di frutta di stagione e non, come mango, papaia e caco mela accompagnato da fette biscottate artigianali multi-cereali servite con marmellata biologica.

Non solo una boulangerie

L’orario dell’aperitivo è seguito dal pranzo con la possibilità di fare pause dal lavoro veloci senza però rinunciare alla qualità, mentre nel primo pomeriggio l’appuntamento è con il tè, le tisane e la cioccolata calda, dolci golosi e torte speciali.

Verso le 18:00 sfornano pane caldo e pizzeria gourmet!

Al calar della sera, le luci si abbassano e il locale si trasforma, diventando lounge dove poter bere in compagnia di un cocktail o di estratti naturali di frutta; il tutto da accompagnare con le loro pizze in teglia.

In questa boutique del pane troverete i loro prodotti da forno realizzati con materie prime di alta qualità e ad alta digeribilità, la loro gustosa gastronomia da asporto e la finissima pasticceria, che ogni giorno renderanno più saporite le vostre giornate.

Presso la Boulangerie a Lecce potete trovare tutto questo in un solo locale! Non vi resta che segnarvi l’indirizzo: Via G. Oberdan, 10, 73100 Lecce LE.

La Puglia è una regione che vanta tantissime bellezze paesaggistiche, naturali, artistiche, storiche, culturali e gastronomiche ma non solo…è anche la terra in cui sono nati tanti artisti del panorama musicale italiano che sono diventati famosi anche a livello mondiale. In questo articolo ti parleremo di alcuni dei cantanti pugliesi che hanno fatto la storia della musica italiana e non solo ma anche degli artisti di “nuova generazione” che la storia la stanno scrivendo.

Negramaro
Negramaro

I cantanti pugliesi che hanno fatto la storia della musica italiana

Sono tanti i cantanti famosi pugliesi dei giorni nostri ma anche quelli che hanno fatto la storia della musica italiana, primo fra tutti, un artista le cui canzoni sono conosciute e cantate in tutto il mondo.

  • Nel blu dipinto di bluè diventato un vero e proprio simbolo di italianità e il suo autore, Domenico Modugno, lo ricordano non solo le generazioni dei suoi anni ma anche i giovani di oggi. Nato a Polignano a Mare nel 1928, Modugno è stato un cantautore e chitarrista ma anche attore, regista e politico italiano.
  • Renzo Arbore, nato a Foggia nel 1937 è un cantautore, conduttore radiofonico, showman, autore e conduttore televisivo, regista, compositore, attore: un artista a tutto tondo che è un vero vanto per la Puglia.
  • Un altro cantautore pugliese è Nicola di Bari, nato a Zapponeta nel 1940. È fra gli artisti pugliesi e italiani più conosciuti all’estero, soprattutto in America Latina dove la sua musica è particolarmente apprezzata. Vinse il Festival di Sanremo nel 1971 con la famosa “Il cuore è uno zingaro” e l’anno successivo con “I giorni dell’arcobaleno”.
Albano
Albano
  • Fra i cantanti famosi degli anni ’70 (che tutt’ora riscuote molto successo), c’è Albano Carrisi, nato a Cellino San Marco nel 1943. Noto al pubblico per i grandi successi musicali e cinematografici insieme alla storica compagna Romina Power: “Felicità”, “Nostalgia Canaglia”, “Ci sarà“, “Cara Terra Mia”, “Oggi sposi”.
  • Fra le artiste che ben rappresentano la regione Puglia non si può non menzionare Anna Oxa, un mix di talento, espressività, innovazione che l’ha resa celebre al pubblico italiano. È nata a Bari nel 1961 e ha partecipato ben 14 volte al Festival di Sanremo, vincendolo due volte, nel 1989 con “Ti lascerò” insieme a Fausto Leali e nel 1999 con “Senza Pietà”.

Gli artisti pugliesi dei giorni nostri

Emma Marrone
Emma Marrone
  • I talent show, le giovani proposte del Festival di Sanremo, i social network, stanno sempre di più portando alla ribalta giovani artisti pugliesi. Alcuni di questi hanno raggiunto la fama grazie al programma televisivo “Amici” di Maria de Filippi. Alcuni esempi sono Alessandra Amoroso ed Emma Marrone.
  • Da menzionare anche il gruppo Boomdabash che vede la sua consacrazione al grande pubblico dopo la partecipazione al Festival di Sanremo 2019 con il brano “Per un milione”. Prima di questo debutto, erano conosciuti per brani con intere strofe cantate nel dialetto salentino, un vero e proprio inno alle loro radici.
  • Un’altra band salentina che deve il suo nome proprio ad un vino tipico di questa zona sono i Negroamaro. Dalla partecipazione a Sanremo del 2005 con il singolo “Mentre tutto scorre”, è un susseguirsi di successi fino a giungere ai live a San Siro.
  • Molto legato alle sue origini tarantine, pur non essendo nato in Puglia, è Diodato. Il 2020 è di certo stato il suo anno dopo la vittoria al Festival di Sanremo con l’emozionante brano “Fai rumore” con cui ha vinto anche il Premio della critica “Mia Martini” e il Premio della sala stampa “Lucio Dalla”.
  • Non si può non menzionare, fra i cantanti pugliesi, anche uno fra i primi fautori della musica rap in Italia, Caparezza, nome d’arte di Michele Salvemini. Nato a Molfetta nel 1973, deve la sua fama alla sua abilità di scrittore di testi pungenti, riflessivi e a volte di protesta. “Fuori dal tunnel” del 2003 è il primo brano con cui diventa famoso al grande pubblico.
  • Sono ancora tanti gli artisti pugliesi di spicco della musica italiana, fra cui non si possono dimenticare Raf, di Margherita di Savoia e Dolcenera, artista rock dalla voce grintosa e potente, originaria di Galatina.
Alessandra Amoroso
Alessandra Amoroso

Il mese di febbraio potrebbe essere un ottimo periodo per trascorrere una vacanza in Salento, in quanto maschere, coriandoli, delizie salentine e tanto divertimento saranno gli ingredienti principali che animeranno con colori allegri e vivaci il Carnevale nella Grecia Salentina. Si tratta di una festa in cui si incrociano arte, incontri interculturali e gemellaggi con diversi paesi e che danno vita ad eventi caratterizzati da folklore intrecciato alla religione.

Un evento carico di sensazioni e dimostrazioni allegoriche, che in alcune parti del mondo è immancabile tradizione, da salvaguardare e conservare, da portare avanti e celebrare.

Carnevale di Putignano
Carnevale di Putignano ©www.centrostoricoputignano.it

Le origini del Carnevale in Salento

Inizialmente a tradizione cattolica, trasformata poi nel tempo da un rituale prettamente pagano, orientato all’esagerazione ed alla sovversione degli schemi in cui la società vigeva, ad un rituale di abbondanza e festa prima del lungo periodo di digiuno che si prospetta con la quaresima, il quale termina con il sopraggiungere della Pasqua.

I festeggiamenti hanno origini antichissime ed affondano le proprie radici nei rituali dionisiaci o dei saturnali, dell’epoca medievale, tramandate fino a noi da un forte spirito popolare tipicamente salentino.

Nel Salento, il periodo di carnevale inizia in genere il 17 gennaio e coincide con il rito delle “focare”, ovvero l’accensione di enormi cataste di ramaglie di ulivo dedicate a S. Antonio Abate, in vari punti della città.

Innumerevoli paesi, in provincia di Lecce, si organizzano per il grande evento: Casarano, Copertino (con la sua maschera caratteristica lu Paulinu), Corsano, Aradeo, Andrano e Borgagne (famoso per la banda musicale del paese), Martignano, Scorrano (celebre per i canti e balli durante il rogo di Pascalino), Nardò e Melendugno, Supersano ecc…

Il Carnevale a Gallipoli: tra riti e tradizioni

Il Carnevale più antico è quello di Putignano, ma il culmine di tale periodo arriva con la sfilata organizzata a Gallipoli, che vanta una tradizione artistica ed artigianale notevole, grazie all’intervento dei bravissimi artigiani leccesi che hanno saputo portare l’arte della cartapesta ai massimi livelli, ottenendo veri e propri capolavori.

La maschera tradizionale del carnevale gallipolino è “lu Titoru”. Teodoro, trattenuto lontano dalla sua terra, desiderava ardentemente tornare in patria almeno per il Carnevale, nel periodo, cioè, in cui tutti potevano godere dell’abbondanza del cibo e divertirsi, prima dell’avvento della Quaresima. Anche la madre di Teodoro, la “Caremma”, che era in pena per il figlio, pregava perché Dio potesse concedergli qualche giorno di proroga del Carnevale, e le sue suppliche furono ascoltate.

Si allungò la festa di due giorni (“li giurni de la vecchia”) e Teodoro poté arrivare a Gallipoli in tempo per godere della festa. Era un martedì e Teodoro, per recuperare il tempo perduto, mangiò talmente tanti quintali di salsicce e polpette di maiale, da rimanerne strozzato. Così, in quel tragico martedì grasso, moriva Teodoro e con lui moriva anche il Carnevale, fra le urla di dolore che accompagnavano la sua bara.

Per questo, sfilava in processione per le strade della città un carro con un pupo di paglia che raffigurava lu Titoru. Tutti si mettevano in ginocchio e manifestavano la propria compunzione e cominciava così, dal mercoledì delle ceneri, la penitenza che si protraeva per quaranta lunghi giorni, i giorni della Quaresima.

Dopo il mercoledì delle Ceneri, il giovedì si festeggia la “Pentolaccia”, che dà la possibilità di consumare gli ultimi strascichi del Carnevale ormai concluso. Si tratta di una grossa pentola, una pignata, nella quale sono contenuti confetti e dolciumi di ogni tipo che i bambini devono rompere, per potere venire in possesso del prezioso contenuto.

Il Carnevale è una festa molto amata da grandi e piccini che si divertono mascherandosi e trascorrendo allegramente questo periodo festoso e colorato dell’anno. In Puglia, una delle manifestazioni dedicate al Carnevale più famose è quella che si svolge a Putignano.

Carnevale di Putignano
Carnevale di Putignano ©www.carnevalediputignano.it

Origini della festa

Il Carnevale di Putignano nasce nel 1394 quando la Puglia era sotto l’invasione saracena. Si racconta che il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, i cittadini e i governatori della città, per proteggere le reliquie del Protomartire Santo Stefano, le spostarono dall’abbazia di Monopoli fino, appunto, a Putignano, città che per la sua posizione strategica sembrava adatta a conservare quel prezioso patrimonio. La leggenda vuole che i contadini impegnati nei campi nell’innesto delle viti con la tecnica della propaggine, vedendo passare la processione di persone intente a trasferire le reliquie del Santo, avessero abbandonato il loro lavoro nei campi per cantare e ballare versi satirici in dialetto.

Le tradizioni

Da questa leggenda ha origine la Festa delle Propaggini che si tiene ogni 26 dicembre e che fa rivivere il ricordo del passato grazie a poeti dialettali, i propagginanti, che in abiti da contadini e con arnesi da lavoro si sfidano a suon di versi satirici in dialetto.

Altre date scandiscono l’arrivo del Carnevale: dal 17 gennaio (giorno di Sant’Antonio Abate), infatti, ogni giovedì viene rappresentata una storia di un gruppo sociale preciso. Si inizia con il gruppo dei Monsignori, poi quello dei Preti, delle Monache, dei Vedovi, dei Pazzi (i giovani non ancora sposati), delle Donne sposate ed, infine, l’ultimo giovedì viene messo in scena il “Giovedì dei Cornuti” a cura dell’Accademia delle Corna. Alle sei e mezza, nel Chiostro Comunale, i rappresentanti di questa Accademia, lucidano le proprie corna e fanno visita al “Gran Cornuto dell’anno”, scelto a sorpresa dagli altri membri dell’Accademia. In serata, in Piazza Plebiscito avviene la Cerimonia dell’Ammasso, in cui le corna vengono misurate e tagliate da abili parrucchieri.

Il 2 febbraio, giorno della Candelora, da una parte avvengono riti religiosi legati alla benedizione delle candele mentre dall’altra, c’è la Festa dell’Orso, una rappresentazione teatrale in cui l’orso viene visto sia come il nemico da cacciare ed uccidere sia come una presenza amica che simboleggia l’arrivo della bella stagione.

Il martedì grasso è il giorno dell’estrema unzione di Carnevale: figuranti vestiti da sacerdoti si occupano di mettere in atto questa scenetta allegra e divertente che culmina in serata quando, una processione funeraria, accompagna Carnevale ormai morto rappresentato da un maiale in cartapesta che simboleggia gli eccessi che devono cedere il posto ad uno stile di vita più moderato. Alla fine del funerale, il maiale viene bruciato lasciando soltanto cenere a simboleggiare l’arrivo della Quaresima.

Carnevale di Putignano
Carnevale di Putignano ©www.carnevalediputignano.it

Programma della 626esima edizione del Carnevale di Putignano

Anche per quest’anno, il Carnevale di Putignano è segnato da eventi divertenti e coinvolgenti per grandi e piccini. Non solo le sfilate di carri allegorici ma anche concerti ed eventi dal vivo che allieteranno i tanti visitatori che giungeranno nella città per una delle manifestazioni culturali più famose della Puglia.

Uno dei momenti più goliardici e colorati di tutto il Carnevale di Putignano è rappresentato dalle sfilate di carri allegorici realizzati in cartapesta con gruppi mascherati e maschere ad accompagnare il passaggio dei carri. Per il 2020 il tema è “La terra vista dal Carnevale”, un argomento molto sentito e attuale alla luce dei cambiamenti climatici che stanno tanto devastando il nostro Pianeta. Infatti, questo vuole essere un invito a pensare ad un futuro sostenibile per le nuove generazioni e sensibilizzare sul tema dell’ecosostenibilità. I carri allegorici realizzati da esperti artigiani della cartapesta sono sette: “Madre terra l’ultimo paradiso terrestre”, “L’apocalisse”, “Kaosecoista”, “Casca la terra, tutti giù per terra!”, “L’ultimo giro di giostra”, “… di domani non v’è certezza” e “Codice rosso”.

Eventi

Prima sfilata dei carri allegorici, gruppi mascherati e maschere di carattere (domenica 9 febbraio): la parata si svolgerà alle ore 11.30 mentre alle 20.00 si terrà il concerto del batterista, cantautore e percussionista Tullio De Piscopo.

Seconda sfilata dei carri allegorici, gruppi mascherati e maschere di carattere (domenica 16 febbraio): la parata si svolgerà alle ore 11.30 mentre alle 20.00, il duo comico Toti & Tata farà divertire il pubblico a suon di risate.

Terza sfilata dei carri allegorici, gruppi mascherati e maschere di carattere (domenica 23 febbraio): la parata si svolgerà alle ore 15.00 mentre alle 20.00, il gruppo folk rock brasiliano Selton trascinerà il pubblico con le allegre e festose sonorità sudamericane.

Quarta sfilata dei carri allegorici, gruppi mascherati e maschere di carattere (martedì 25 febbraio): nella giornata del martedì grasso, la parata si svolgerà alle ore 18.00.

Grande festa della pentolaccia (sabato 29 febbraio): dopo la grande festa della pentolaccia che si terrà alle ore 19, un altro momento di grande musica sarà rappresentato dal concerto della cantante Donatella Rettore, alle ore 21.30.

Si ringrazia Fondazione Carnevale di Putignano per la preziosa collaborazione.

La Puglia, oltre ad essere una regione meravigliosa, visitata ogni anno da migliaia di turisti, è anche la terra che ha dato i natali a tantissimi artisti, fra cui dei comici che sono diventati famosi in tutta Italia (e anche nel resto del mondo). In questo articolo vi parleremo di alcuni dei comici pugliesi più famosi che hanno fatto la storia della televisione e del cinema italiano e non solo.

Checco Zalone

Checco Zalone
Checco Zalone

Checco Zalone, pseudonimo di Luca Medici, è forse uno degli attori e comici pugliesi più famosi e amati. Ogni volta che i suoi film escono al cinema, sono un successo assicurato: 4 dei suoi film compaiono addirittura nella lista dei 10 film con maggiori incassi in Italia.

Nato a Capurso, in provincia di Bari, Zalone si laurea in giurisprudenza e nel 2005 si esibisce sul palco di Zelig Off e successivamente di Zelig Circus, raggiungendo così la popolarità con le sue parodie delle più famose canzoni italiane e straniere.

A maggio 2009 iniziano le riprese del suo primo film, “Cado dalle nubi”, un grandissimo successo a cui seguono “Che bella giornata” del 2011, “Sole a catinelle” del 2013, “Quo Vado?” del 2016 e “Tolo Tolo” del 2020: film in cui le grandi tematiche sociali (omosessualità, emigrazione, razzismo, integrazione) vengono trattate in maniera leggera e ironica, per far riflettere con un sorriso.

Lino Banfi

Lino Banfi
Lino Banfi

Fra i comici pugliesi più famosi non si può non nominare Lino Banfi, una vera istituzione della Puglia, conosciuto in tutta Italia.

Nato come Pasquale Zagaria ad Andria, il grande pubblico ha potuto apprezzare Lino Banfi più di recente per le sue interpretazioni di nonno Libero in “Un Medico in famiglia” (ruolo che ha ricoperto dal 1998 al 2016), nel ruolo del Commissario Zagaria e dell’allenatore Oronzo Canà (degli anni ’80). Ma la sua carriera inizia molti anni prima nella Commedia sexy all’italiana, con pellicole immortali degli anni ’60 e ’70 che sanno strappare una risata ancora oggi.

Un personaggio umile e buono, amato da grandi e piccini che nel 2019 è divenuto anche membro della commissione italiana all’UNESCO.

Pio e Amedeo

Pio e Amedeo
Pio e Amedeo

Direttamente da Foggia arrivano altri due comici pugliesi molto famosi e molto amati: Pio e Amedeo. Il duo, reduce dal grande successo della trasmissione televisiva “Felicissima sera“, andato in onda su Canale 5 negli scorsi mesi, ha nel suo curriculum tantissime partecipazioni a programmi e spettacoli di successo.

La loro satira e le loro battute (anche un po’ spinte e pretenziose) strappano risate al pubblico di tutta Italia, che ha imparato ad apprezzarli prima come inviati de “Le Iene“, poi in “Emigratis” e in seguito anche durante il serale di “Amici” di Maria de Filippi.

Il loro debutto al cinema, con il film “Amici come noi” del 2014, è stato poi un grandissimo successo al botteghino.

Pino Campagna

Pino Campagna
Pino Campagna

Sempre da Foggia arriva un altro famoso comico pugliese: Pino Campagna, noto al grande pubblico soprattutto per il tormentone “Papi, ci sei? Ce la fai? Sei connesso?”, del suo personaggio più famoso, il Papy Ultras.

Inizia la sua carriera come cantante folk negli anni ’80 ma poi si avvicina al mondo del cabaret, diventando noto al grande pubblico prima con le partecipazioni a “La sai l’ultima?” e poi a “Zelig Circus” dal 2003 in poi.

Uccio de Santis

Uccio De Santis
Uccio De Santis

Uccio de Santis è un famoso comico barese, conosciuto soprattutto per la sitcom televisiva “Mudùche va in onda su Telenorba dal 2001, con i suoi sketch satirici e dissacranti divenuti virali anche sul web.

Numerose le partecipazioni in film di successo come “Le barzellette” di Carlo Vanzina con Gigi Proietti e il “Giudice Mastrangelo” con Diego Abatantuono e Amanda Sandrelli.

Nel 2019 entra a far parte anche del cast della trasmissione di Rai 2 “Made in Sud”.

Altri comici pugliesi

Altri attori pugliesi famosi sono Emanuele de Nicolò (il famoso Manuel e Manuel della Very Strong Family, sitcom che va in onda su Telenorba) insieme ad Alfredo Navarra e Cinzia Clemente.

E da Trani Marco e Chicco, comici di Zelig e di Made in Sud ed infine, dal cast di Mudù, Giuseppe Guida.

Le bellezze della Puglia attirano ogni anno migliaia di turisti che apprezzano di questa terra le spiagge, l’arte, la storia, la cucina e molto altro. Ad essere rapiti dagli scenari mozzafiato che questa regione ha da offrire sono anche tanti registi (spesso di fama internazionale) che decidono di ambientare i loro film in questa splendida cornice. Negli anni infatti sono stati tantissimi i set cinematografici allestiti nella regione, anche grazie all’attività svolta dalla Fondazione Apulia Film Commission. Se siete appassionati di cineturismo e siete rimasti affascinati dalla Puglia grazie ad alcuni film girati qui, questo articolo fa al caso tuo.

Elenco dei più celebri film girati in Puglia

MANUALE D’AMORE

"Manuale d'amore 2"
“Manuale d’amore 2”

Manuale d’amore 2 – Capitoli successivi” è il sequel di “Manuale d’amore“, diretto da Giovanni Veronesi. Come il primo film, la trama si suddivide in quattro episodi (Eros, La maternità, Il matrimonio e Amore estremo) che trattano temi che spaziano dalla difficoltà di avere un figlio ed il ricorso alla fecondazione assistita, un matrimonio gay, il tradimento di un marito con una donna più giovane dopo aver perso la passione con sua moglie e la relazione ossessiva di un giovane con la sua fisioterapista dopo esser divenuto vittima di un incidente stradale.

Fra i protagonisti ci sono i pugliesi Riccardo Scamarcio e Sergio Rubini ma anche Fabio Volo, Carlo Verdone, Monica Bellucci, Barbora Bobul’ova’ e Claudio Bisio. Le riprese sono avvenute fra l’Italia (Roma, Cagli e Lecce) e la Spagna (Barcellona). Moltissime sono le scene girate nella città salentina e provincia come la scena del matrimonio della sorella di Fosco (Sergio Rubini) ambientata nella Chiesa di San Lorenzo a Lizzanello. Di Lecce compaiono Piazza del Duomo, Piazza Sant’Oronzo, la Fontana dell’armonia, Piazzetta Arco di Prato e Palazzo Rollo.

AMICI COME NOI

Amici come noiè un film con protagonista il duo comico pugliese Pio e Amedeo, diretto dal regista Enrico Lando. Il paese del film è Monte Sant’Angelo, cittadina del Gargano patrimonio dell’Unesco per il Santuario di San Michele Arcangelo, suggestiva grotta in cui apparve l’Arcangelo. Le vicende sono anche ambientate a Foggia (città natale dei due attori). Tratta della storia di due amici trentenni, soci di un’agenzia di pompe funebri, e delle loro avventure: Pio è promesso sposo di Rosa, una giovane insegnante elementare e con lei progetta di trasferirsi a Belluno; Amedeo, invece, è single ma si diverte con diverse ragazze.

Poco prima delle nozze di Pio con Rosa, l’uomo viene a conoscenza di un video hard riguardante la sua futura moglie e quello diventa il pretesto, per il giovane, di fuggire con l’amico Amedeo verso Roma, lasciando il loro paese. Una serie di divertenti disavventure portano i due protagonisti a Milano dove Pio scopre che quella del video era solo una trovata di Amedeo per impedirgli di trasferirsi a Belluno.

MINE VAGANTI

"Mine Vaganti"
“Mine Vaganti”

Mine vaganti” di Ferzan Ozpetek ha, fra gli altri interpreti, i pugliesi Riccardo Scamarcio e Lunetta Savino, con Elena Sofia Ricci, Nicole Grimaudo ed Ennio Fantastichini. Il film è inscenato nel Salento ed in particolare a Lecce dove è possibile riconoscere Piazza Sant’Oronzo e Via Paladini, le spiagge di Gallipoli e un vero Pastificio di Corigliano d’Otranto. Il film narra del giovane Tommaso Cantone, salentino d’origine, che lascia la sua terra, troppo tradizionalista e bigotta, per trasferirsi a Roma e poter vivere in tranquillità la sua relazione omosessuale con Marco. Prende la decisione di fare coming out con la sua famiglia e per questo si ritrasferisce a Lecce dove, fra una serie di avvenimenti, deve prendere il coraggio per rivelare il suo orientamento sessuale.

IO CHE AMO SOLO TE

"Io che amo solo te"
“Io che amo solo te”

Io che amo solo teè una commedia diretta da Marco Ponti con protagonisti Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti, che interpretano Chiara e Damiano, due giovani promessi sposi di Polignano a Mare. I due innamorati vengono a sapere che molti anni prima anche i loro genitori, Ninella (madre di Chiara) e Don Mimì (padre di Damiano), stavano per sposarsi ma per una serie di disavventure non ebbero il loro lieto fine. Le riprese del film sono avvenute appunto a Polignano a Mare, bellissima città della provincia di Bari, famosa anche per aver dato i natali a Domenico Modugno e per le sue acque cristalline che attirano ogni anno migliaia di turisti. Protagoniste di altre scene sono anche le città vicine come Monopoli, Turi, Fasano e Martina Franca.

L’UOMO NERO

"L'uomo nero"
“L’uomo nero”

L’uomo nero” è un film diretto e interpretato da Sergio Rubini che ha scelto di inscenare le vicende trattate, nella sua regione. Fra l’altro, anche un altro protagonista del film è pugliese, Riccardo Scamarcio; completano il cast, fra gli altri, Valeria Golino e Anna Falchi. “L’uomo nero” parla del ritorno di Gabriele Rossetti nel suo paese di origine (San Vito, con riferimento forse a San Vito dei Normanni dove sono avvenute molte riprese) per vegliare su suo padre Ernesto, gravemente malato. È proprio durante quest’occasione che Gabriele rivive flashback della sua infanzia e del suo rapporto, a volte tormentato, con il padre, ex capostazione del paese ed amante dell’arte e della pittura.

Oltre a San Vito dei Normanni, gli altri ciak sono avvenuti a Brindisi e provincia (Mesagne, Oria, Torre Santa Susanna); a Manduria, in provincia di Taranto e a Bari e provincia (Altamura, Modugno, Giovinazzo e Acquaviva delle Fonti). Una curiosità è che nel film compare anche la città natale di Sergio Rubini, Grumo Appula nelle scene che ritraggono un vecchio treno appartenente alle Ferrovie Appulo Lucane.

TOLO TOLO

Checco Zalone in "Tolo Tolo"
Checco Zalone in “Tolo Tolo”

Tra i film più celebri girati in Puglia non si può non menzionare il film campione d’incassi: “Tolo Tolo. Si tratta dell’ultimo dei successi cinematografici di Luca Medici, in arte Checco Zalone, regista, attore e comico barese. Dopo il fallimento dell’apertura di un ristorante giapponese nel suo paese Spinazzola, Checco, sommerso dai debiti, decide di fuggire dal fisco in Africa, dove trova lavoro come cameriere in un resort del Kenya. Oltre che in Marocco, in Kenya e a Malta, sono moltissime le riprese avvenute a Bari, Acquaviva delle Fonti, Gravina in Puglia, Minervino Murge, Monopoli, Poggiorsini, Spinazzola e Torre Guaceto. Il film ha riscosso talmente tanto successo al botteghino da divenire il quinto con maggior incasso in Italia e il terzo film italiano (dopo “Quo vado?” e “Sole a Catinelle“, sempre di Checco Zalone).

SEI MAI STATA SULLA LUNA?

Sei mai stata sulla Luna?” è un film di Paolo Genovese con protagonisti Raoul Bova (Renzo), Neri Marcorè (Pino), Giulia Michelini (Carola), Pietro Sermonti (Marco) e Liz Solari (Guia). La vicenda narra di Guia, una ragazza italo-spagnola direttrice di una famosa rivista di moda, oberata di lavoro e di trasferte fra Milano e Parigi, sempre accompagnata dal suo fidanzato Marco e dall’assistente Carola.

Dopo anni di lavoro, Guia, alla morte del padre, eredita una dimenticata masseria in Puglia dove da piccola trascorreva l’estate ed è proprio qui che incontra il fattore Renzo, con il quale vive un rapporto di amore e odio. A fare da cornice al film sono diversi paesi salentini, Nardò, Galatina, Crispiano, Martina Franca e Brindisi. Una curiosità è che dopo le riprese del film, Raoul Bova, catturato dalla bellezza dei posti della Puglia, ha acquistato una masseria ad Ostuni.

ODIO L’ESTATE

"Odio l'estate"
“Odio l’estate”

Odio l’estate” è uno dei film del 2020 girati in Puglia, diretto da Massimo Venier e con protagonista il trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo. I personaggi principali sono tre uomini con vite apparentemente normali e con i soliti problemi familiari: questi si incontrano durante una vacanza al mare su un’isola del Sud dove, a causa di un errore dell’agenzia viaggi, scoprono di aver affittato la stessa abitazione. La soluzione per le tre famiglie è quella di condividere l’appartamento: questo diventa il pretesto per i tre uomini di conoscersi e di confrontarsi sulle loro vite.

Le scene girate in Puglia fanno riferimento in realtà a diverse città: più volte appaiono Bari e il centro storico e Mola di Bari ma non mancano spettacolari location del Salento (Otranto con il Lungomare degli Eroi, Ugento, Santa Cesarea Terme, i Laghi di Alimini e Lecce). Ancora, San Pancrazio Salentino, in provincia di Brindisi e Ginosa e Castellaneta Marina, in provincia di Taranto.

SI VIVE UNA VOLTA SOLA

Si vive una volta sola, è una commedia diretta ed interpretata da Carlo Verdone. L’uscita al cinema era prevista per il 26 febbraio 2020 ma è stata posticipata per via del Coronavirus. La trama gira intorno alla troupe medica guidata dal professor Umberto Gastaldi. Questi sono tanto esperti nella propria professione quanto inaffidabili e goffi nelle loro vite private.

Quando Umberto, Lucia e Corrado scoprono che Amedeo è molto malato, invece di dirglielo, decidono di organizzare un viaggio on the road per le spiagge della Puglia con l’intento di riuscire a rivelare la drammatica verità al loro collega e amico. Carlo Verdone si è mostrato entusiasta di aver ambientato il film in molte città pugliesi, dichiarando di aver ricevuto da queste molta energia e di aver scoperto un grande senso di solidarietà da parte della gente del posto. In particolare, le città protagoniste del film sono Bari, Monopoli, Polignano a Mare, Castro e Otranto.

Questi sono solo alcuni dei film girati in Puglia (perché la lista di titoli sarebbe ancora molto lunga, considerando che la regione ha ospitato anche i set di molte serie TV di successo). In futuro, non mancheranno di certo altre occasioni per ammirare la bellezza della Puglia, in TV o al cinema.

Tra il Salento e la luce c’è un rapporto d’amore tutto speciale. Durante il giorno il sole illumina le meravigliose spiagge e risplende sul mare, oppure irrompe dalle finestre nelle antiche masserie, nei trulli e nelle ville. Dopo il tramonto i raggi lunari inghirlandano i porti o i banchi delle squisite tipicità locali. Ma c’è un’altra luce nella notte che sorprende e innamora le sere delle estati in Salento: quella delle luminarie. Si tratta di gigantesche strutture di luci colorate con vere e proprie scenografie musicali che sorgono nei paesi in occasione delle feste patronali.

Luminarie di Scorrano
Luminarie di Scorrano ©www.press.regione.puglia.it

Scorrano: “Capitale Mondiale delle Luminarie” in Salento

In Salento c’è un paese che festeggia in grande stile la sua Santa unendo fascino e folklore, tradizione e innovazione attraverso le sue magnifiche installazioni delle luminarie: Scorrano. A 30 km da Lecce, questo comune è diventato famoso in tutto il mondo e si è guadagnato l’appellativo di “Capitale Mondiale delle Luminarie“.

In occasione dei festeggiamenti per Santa Domenica, “madre” di tutte le feste patronali e patrona del paese, Scorrano s’illumina in un tripudio di luci, suggestioni e in suo onore vengono allestite delle scenografie pazzesche. “La Notte delle luci” è un rito unico nel suo genere che va in scena ogni sera all’imbrunire, dal 5 al 10 luglio. La prima impressione, infatti, è proprio quella di essere catapultati in una via di Las Vegas, uno spettacolo suggestivo per gli occhi di migliaia di visitatori e turisti che ogni anno si ritrovano col naso all’insù ai piedi delle incredibili architetture di luce realizzate dalle ditte locali.

Origini della festa

La Festa in onore di Santa Domenica rappresenta l’occasione di dimostrare l’amore per la nostra terra e per le nostre radici. Da qui, infatti, partono questi singolari artisti-artigiani della luce, che con le loro creazioni, hanno conquistato il mondo da Sanremo a Milano, dal Giappone agli Stati Uniti. I loro allestimenti lasciano a bocca aperta  e conquistano soprattutto per la loro imponenza. A Scorrano appartengono i migliori maestri dell’arte delle parature.

Le luci delle parature in origine erano ottenute con l’olio, poi si passò al carburo fino all’avvento dell’elettricità che permise di realizzare meravigliosi ricami di luce. Le origini della festa si perdono nelle notti del 1600 quando, secondo la leggenda, Santa Domenica, madrina e inconsapevole “pioniera” di questa “arte artigiana”, apparve in sogno ad un’anziana scorranese e le chiese, per liberare il paese dalla peste, che fosse acceso un lumicino di fronte a ogni finestra in segno di gratitudine, a testimonianza di affetto dei paesani per la santa. La Santa le disse che avrebbe protetto Scorrano ed i suoi abitanti dalla terribile malattia. In pochi giorni il paese brillò come un cielo stellato.

Scorrano ©www.pugliasera.it
Scorrano ©www.pugliasera.it

I Maestri dell’arte delle parature

Chiamati a portare “la luce” nelle feste di tutto il mondo, i maestri paratori si giocano in casa la sfida della fantasia e dell’innovazione, su disegni sempre più originali e precisi, spesso impressi solo nella mente, per la segretezza del progetto. Le luminarie di Scorrano, in Salento, sono dei veri capolavori di arte e tecnica, sculture di luce, dietro alle quali si nasconde un attento e complesso lavoro scenografico e di coreografia. Gli impianti possono raggiungere altezze titaniche arrivando a toccare alle volte i 40 metri di altezza, riproducendo grandi gallerie, torri, castelli e cattedrali.

Migliaia e migliaia di piccole lampadine colorate, montate seguendo ancora antichi metodi artigianali, su pezzi di legno d’abete dalle forme tortuose o geometriche, in disegni che sembrano grandissimi uncinetti colorati. Tradizione vuole che ogni anno, ogni ditta scelga un tema per le installazioni. Si va dall’intramontabile “amore” fino alle raffigurazioni di dolmen e piramidi, dal mito di Icaro a quelle ispirate al Dna.

La maestria dei paratori salentini ha raggiunto livelli così alti che le loro elaborate opere varcano ormai abitualmente i confini nazionali.

Natale a Scorrano

Il Natale di Scorrano assume un significato universale. E’ la festa dell’Uomo, di Gesù Cristo e insieme, come da tradizione antichissima, è la festa della Luce.

Ogni anno, dagli inizi di dicembre fino all’Epifania, Scorrano regala un’atmosfera da favola a tutti i suoi visitatori, per trascorrere le festività natalizie in armonia.

La Festa dell’Immacolata avvia ufficialmente il programma natalizio di eventi: tra tradizione, spettacoli, concerti gospel, arte, cultura, riti religiosi e tanto divertimento, ci saranno le nenie degli zampognari, la pista di ghiaccio (sempre aperta fino al 6 Gennaio) e per le famiglie con piccoli al seguito, la Casetta di Babbo Natale e il villaggio.

Le luminarie attraversano diverse vie del paesino di Scorrano: via Umberto I, Piazza Vittorio Emanuele, Via Lecce, Via Leuca e via Giuseppina Delli Ponti.

Un importante momento sarà, la Fiera di Santa Lucia: in quell’occasione gli zampognari, giunti dal Molise, sfileranno per le vie di Scorrano.

Feste patronali nel Salento: le più belle luminarie

Nel Salento, specie nel periodo estivo, le feste patronali sono tante. Ogni paese ha il proprio santo protettore che viene celebrato con grande partecipazione di fedeli e curiosi. Pur avendo ognuna delle peculiarità, queste manifestazioni sacre presentano dei caratteri comuni: la processione. Questo è il momento in cui il santo protettore è portato a spalla per le vie del paese, in lunghi cortei nei quali i momenti di preghiera sono frequentemente interrotti dai canti dei fedeli eseguiti da una o più bande operistiche.

Località come Leuca, Santa Cesarea Terme, Otranto offrono la possibilità di assistere a suggestive processioni a mare in cui il simulacro del protettore è posizionato su una barca abbellita con fiori, ghirlande e bandierine ed è seguita da una lunga scia di imbarcazioni.

Come feste patronali più famose citiamo:

  • Festa di Sant’Oronzo, Lecce (24 – 25 – 26 agosto)

È il tradizionale appuntamento con il quale si conclude l’estate dei leccesi. I festeggiamenti religiosi iniziano nel pomeriggio del 24 quando in Piazza Duomo parte la lunga processione per le vie del centro. Un ricco calendario di eventi e manifestazioni che si conclude il 26 a sera con lo spettacolo notturno dei fuochi pirotecnici.

  • Festa di Santa Cristina, Gallipoli (23 – 24 – 25 luglio)

Patrona di Gallipoli da quando nel 1867 liberò la città dal colera, è oggetto di grande devozione nei tre giorni di festa a lei dedicati. Una statua in cartapesta che la ritrae legata ad un palo e trafitta dalle frecce è posta nella chiesetta affacciata sul porto antico della città. Un momento caratteristico della festa è “la ‘cuccagna’, una gara fra ragazzi che si devono arrampicare lungo un palo sporco di grasso che sporge sull’acqua per recuperare la bandierina posta all’estremità di esso.

  • Festa di San Pietro e Paolo, Galatina (28-29-30 Giugno)

Un evento unico per rivivere il nostro centro antico, ballare al ritmo della pizzica, visitare i Santi Protettori e degustare ottimi spumoni, mafalde e pasticciotti.

  • Festa di San Luigi, Calimera (21 Giugno)

Ogni anno, nel giorno del solstizio d’estate e in coincidenza con la festa di San Luigi, colorati lampioni realizzati con materiali poveri quali canne, fil di ferro, colla e carta velina illuminano in maniera molto suggestiva le strade e le corti del centro storico di questo piccolo comune della Grecìa Salentina.

  • Festa dei Santi Martiri, Otranto (13-14 Agosto)

Il 13 agosto è interamente dedicato alla commemorazione civile dell’eccidio di Otranto. Il 14 agosto in Cattedrale si svolge il solenne pontificale presieduto dall’Arcivescovo. Nel pomeriggio, si svolge la processione con l’urna contenente le reliquie dei SS. Martiri trasportate per le vie della città.

L’olio extravergine d’oliva è un vero vanto della tradizione culinaria pugliese, tanto conosciuto in Italia quanto nel resto del mondo come un prodotto davvero eccezionale che riesce ad esaltare ed arricchire qualsiasi pietanza o gustato su una semplice fetta di pane. La Puglia è il primo produttore in Italia di olio extravergine d’oliva (da sola riesce a produrre circa il 60% di tutta la produzione nazionale). Quattro tipi di olio extravergine d’oliva pugliesi hanno ricevuto la Denominazione di Origine Protetta (DOP): Dauno, Colline di Brindisi, Terra d’Otranto e Terra di Bari.

Ma all’oro verde pugliese sono spettati anche moltissimi riconoscimenti internazionali e premi prestigiosi come la Silver Medal Award di Los Angeles oppure il primo posto alla New York International Olive Oil Competition, entrambi conferiti nel 2016 all’olio Bio del Frantoio Raguso di Gravina in Puglia.

Olio extra vergine d'oliva
olio extra vergine d’oliva

La storia

Da secoli, tutte le attività riguardanti la produzione dell’olio extravergine d’oliva si sono tramandate di generazione in generazione per conferire un prodotto di qualità eccellente. Tutte le fasi seguono dei precisi schemi che portano all’ottenimento di uno dei migliori oli extravergine d’oliva d’Italia.

  • In passato l’olio extravergine d’oliva veniva utilizzato non solo come alimento ma anche come prodotto di bellezza oppure come combustibile per le lampade. In Puglia è probabile che gli ulivi fossero presenti sin dal Mesolitico, tuttavia inizialmente non si riuscivano ben a capire le sue potenzialità. Certo è che la coltivazione venne introdotta dai Greci mentre le procedure di spremitura e di coltivazione sono da attribuire ai Romani.
  • Nelle epoche successive, la Puglia già si era imposta come massima produttrice di olio di oliva tanto che bisognava cercare il modo per conservarlo al meglio e proteggerlo anche dalle mani di pericolosi stranieri. Così, sin dal 1200 e fino alle metà del 1700, i vecchi granai dell’età Messapica furono sostituiti da frantoi sotterranei, definiti frantoi ipogei.
  • L’arrivo dei Bizantini nel IX secolo, infatti, aveva segnato un cambio di rotta del commercio, passando da quello del grano a quello dell’olio. I frantoi ipogei non erano altro che strutture sotterranee (scavate da due a cinque metri sotto il livello stradale) che permettevano di poter lavorare e conservare al meglio le olive e l’olio dal momento che qui la temperatura rimaneva più stabile rispetto all’esterno dove invece, soprattutto in estate, poteva diventare troppo elevata ed alterare sia il frutto che l’olio ottenuto. Questi frantoi rispondevano anche all’esigenza di rendere più facile la spremitura delle olive dato il calore che qui si poteva generare grazie ai lumi o al fiato degli uomini e degli animali portati sottoterra. Inoltre, si potevano nascondere le varie fasi di lavorazione dei trappitari (gli operai) da occhi indiscreti di possibili nemici. Ad ogni modo, anche se ora i frantoi apogei sono dismessi, rappresentano una sempre più frequentata attrazione turistica del Salento.

Tantissime tecniche e procedure di lavorazione sono arrivate fino ai giorni attuali e sono tutt’ora applicate alle tantissime piante di ulivo. L’albero di ulivo riesce a garantire una buona produzione per diversi anni, tuttavia ha bisogno di molta cura soprattutto in primavera per garantire la fioritura e in estate per consentire alle olive di diventare più grandi e al nocciolo di indurirsi. Soltanto con una buona concimazione e con il giusto apporto di acqua si riuscirà ad ottenere un ottimo olio extravergine d’oliva.

Le zone di produzione dell’olio extravergine di oliva pugliese

La Puglia è stata divisa in nove zone di produzione dell’olio extravergine di oliva in base a dei parametri colturali che prendono in considerazione territori e condizioni climatiche diverse, il numero medio di piante per ettari, le varietà di olive, i metodi di raccolta, spremitura e lavorazione e la produttività. Le tipologie di olio extravergine di oliva pugliese delle zone della Daunia, Terra di Bari, Brindisi e Terra d’Otranto, sono state insignite della Denominazione di Origine Protetta (DOP).

In ognuna di queste zone si produce un olio con diverse caratteristiche conferite dalle diverse olive da cui si ottengono: più dolce e fruttato, più intenso oppure più piccante o leggermente amaro, tipico dell’olio ottenuto da olive verdi e non ancora del tutto mature. Ad ogni modo si tratta di oli extravergine d’oliva che possono incontrare i diversi gusti dei palati degli assaggiatori.

DAUNIA

In particolare, la prima zona di produzione dell’olio extravergine d’oliva pugliese è quella della Daunia. Le tipologie di olive di questa zona conferiscono all’olio extravergine d’oliva prodotto, un gusto fruttato e dolce. In particolare:

  • il Daunia-Gargano è un olio prodotto dall’oliva Ogliarola dal sentore aromatico e adatto da abbinare a zuppe e legumi ma anche ad antipasti.
  • il Daunia-Sub appenino e basso Tavoliere è realizzato a partire dall’oliva Coratina che gli dona una nota di amarognolo rendendolo perfetto per condire bruschette o insalate.
  • il Daunia alto Tavoliere è ottenuto dall’oliva Peranzana che arricchisce l’olio di un profumo floreale che ben si sposa con pietanze di mare.

TERRA DI BARI

La seconda zona di produzione è quella della Terra di Bari in cui sono tre tipi di olio extravergine d’oliva.

  • Castel del Monte (la zona a nord del barese), realizzato a partire dall’oliva Coratina, ha un sapore piccante e leggermente amarognolo. Può essere utilizzato per arricchire bruschette, insalate o verdure bollite.
  • Bitonto, prodotto con olive Cima di Bitonto e Ogliarola che donano all’olio un sentore di mandorla e un sapore più equilibrato che ben si presta ad accompagnare carne grigliata o arrosti.
  • Murgia dei Trulli e delle Grotte (zona sud barese), ottenuto con l’oliva Cima di Mola, è il più dolce e utilizzato sulle pietanze a crudo.

BRINDISI

Le terza zona di produzione è quella di Brindisi e di alcuni comuni della provincia (Carovigno, Ceglie Messapica, Cisternino, Ostuni, San Vito dei Normanni, Sammichele Salentino, Villa Castelli e Fasano) in cui si produce l’olio extravergine d’oliva Colline di Brindisi, realizzato con olive diverse: la Leccino, la Coratina e il Frantoio per il 30% e l’Ogliarola barese per il 70% che, nell’insieme, conferiscono all’olio un dolce sapore rendendolo perfetto per condire pietanze di pesce o primi piatti.

TERRA D’OTRANTO

Infine, la Terra d’Otranto è un’altra zona di produzione che comprende comuni della provincia di Lecce e della provincia di Taranto. Qui sono prodotte 3 tipologie di olio extravergine d’oliva, tutte fruttate e molto aromatiche, perfette per condire a crudo diversi cibi o piatti.

  • Terra d’Otranto (zona a sud di Brindisi) è ottenuto con olive Collina di Nardò o Saracena ed Ogliarola leccese o salentina.
  • Terra d’Otranto (zona di Taranto orientale) è realizzato sempre con le olive Collina di Nardò o Saracena ed Ogliarola leccese o salentina.
  • Tarantine (zona di Taranto occidentale) è prodotto a partire da olive Leccino- Frantoio e Coratina.

Ricette con olio extravergine d’oliva pugliese

L’olio extravergine d’oliva anche se molte volte non è l’ingrediente principale di un piatto, contribuisce a a conferire gusto e delicatezza a molte pietanze. Ci sono alcune ricette che riescono ad esaltare il sapore di questo prezioso ingrediente come la tipica bruschetta che, senza olio, non sarebbe la stessa. Anche la tipica frisella pugliese, condita solo con origano, sale e olio extravergine d’oliva diventa un antipasto o un aperitivo gustoso e saziante.

Passando ai primi piatti, il Pancotto, realizzato con pane raffermo e condito con patate, cime di rapa e pomodori, il tutto innaffiato con abbondante olio. Un altro primo che si può realizzare con protagonista l’olio extravergine d’oliva pugliese sono gli spaghetti aglio, olio e peperoncino.

Forse non tutti sanno che l’olio extravergine d’oliva pugliese è molto utilizzato anche per le preparazioni dolci come sostituto del burro o dell’olio di semi e conferisce una consistenza più morbida e soffice agli impasti. Può essere utilizzato per creare torte o ciambelloni all’olio d’oliva, dolci molto semplici e genuini perché fatti solo con farina, latte, zucchero, uova e olio. Già solo questo ingrediente riesce a rendere il dolce più leggero ma allo stesso tempo gustoso senza il bisogno di aggiungere cacao, cioccolato o creme.

Ci sono luoghi in cui le feste e le occasioni per unire socialità a musica, danza e buon cibo si alternano per tutto il corso dell’anno. Il Salento è uno di questi posti e proprio per via di una spiccata presenza di feste all’aperto e occasioni da condividere in “piazze” e luoghi pubblici, la tradizione del cibo di strada, è molto forte e presente. Dalle feste religiose che diventano occasione di concerti e momenti di condivisione e spettacoli che lasceranno senza fiato, agli stand enogastronomici che accompagnano tutte le manifestazioni. A stimolare il palato e a fare gola non saranno i soliti hamburger e patatine fritte, ma originali e inediti piatti preparati all’istante e pronti da gustare passeggiando per le vie delle più belle città italiane. Parliamo del primo format interamente salentino dedicato al cibo di strada di qualità: lo Street Food salentino.

Scapece Gallipolina

Colpisce prima per i suoi colori e poi per il suo odore da far venire l’acquolina, per il suo sapore forte e prelibato: la scapece è un piatto antico, dei tempi in cui le battaglie e le invasioni in questa terra di conquista tenevano gli abitanti chiusi nelle mura e nell’impossibilità di avere altro cibo se non quello a lunga conservazione. Il pesce di piccola taglia immerso in pane, sale e zafferano era tra questi.

Oltre ai ristoranti e trattorie di Gallipoli e zone limitrofe, la scapece viene servita durante le feste patronali e nelle sagre.

Scapece salentina
Scapece salentina

Il Rustico leccese: lo street food salentino per eccellenza

È probabilmente lo street food che maggiormente contraddistingue il Salento, è il tipico cibo di asporto da bar ma è anche molto amato dai locali durante gli aperitivi e come spuntino veloce nelle pause pranzo di poco tempo. Il rustico è composto da una sfoglia circolare ripiena e cotta al forno. Anche qui due scuole di pensiero, riconoscibili in due bar di Lecce: da un lato Natale, probabilmente il più amato dai leccesi, propone un ripieno a base di besciamella e pomodoro, dall’altro Citiso il cui rustico è farcito con la mozzarella, che si dice sia in realtà la preparazione originale e tradizionale.

rustico leccese
Rustico leccese ©katrinshine via Canva

Olive Piccanti

Sono un must per le feste patronali e in diverse sagre. La primavera è il momento in cui sono più gradite, insieme all’estate, per via della loro perfetta adattabilità a birra fredda e bevande fresche. In realtà si possono anche trovare, insieme a lupini, noci, frutta secca nel “mercato grande” di Lecce che si tiene ogni lunedì e venerdì in Viale dello Stadio!

Calzone fritto

Si tratta di una mezzaluna di pasta fritta della lunghezza di circa 15 centimetri ripiena di pomodoro a pezzetti e mozzarella. Il calzone fritto è la versione mignon del panzerotto barese, tanto che gli appetiti più vigorosi non si fermano mai a uno solo!

calzone fritto salentino
calzone fritto salentino

Frisa

Immergerla nell’acqua per pochi istanti è quasi un rito, poi si condisce con olio d’oliva, pomodorini paesani, sale e origano. Il più importante dei simboli della gastronomia salentina consiste in un panetto di grano duro cotto, tagliato a metà e lasciato a biscottare nel forno.

frisa salentina
frisa salentina

Fish & chips alla leccese

Per strada o nei ristoranti più chic, basta un cono di carta paglia e la versione salentina del “fish and chips” è servito.

La rivisitazione del celebre piatto britannico è una novità che l’associazione Slow Food Puglia propone da qualche anno in occasione di kermesse gastronomiche. Oltre alle patate il piatto è composto dalla frittura di paranza, soprattutto a base di calamari, seppioline, polpi e fracaja, il nome con cui i salentini indicano i pescetti piccoli che possono essere mangiati solo stagionalmente, causa fermo biologico. Ad Otranto si trovano alcuni dei migliori ristoranti dove poterla assaggiare.

Puccia

Si tratta di un pane con un impasto simile a quello della pizza, ma con tempi più ridotti di lievitazione. La puccia è farcita nelle maniere più disparate: con salumi, formaggi, verdure grigliate o arrosto (come i peperoni), salse, carne. C’è anche chi ha rivisitato il gyros, piatto tipico della Grecia, utilizzando la puccia al posto della pita e farcendola con tzatziki o con maionese.

Puccia salentina
Puccia salentina ©milla1974 via Canva

Pettole: street food salentino tipico delle feste natalizie

Se nelle case sono un cibo tipico delle festività invernali, nelle sagre di paese le pettole diventano adatte a tutte le stagioni, affollando gli stand dai quali proviene il loro profumo invitante. Hanno una storia antica e prendono nomi differenti secondo la zona dialettale. Le varianti più frequenti sono a base di cavolfiore, alla pizzaiola o vuote, cioè a base di sola pasta fritta.

pittule salentine
pittule salentine ©foodphotographer.puglia via Canva

Pasticciotto leccese

E’ il re dei dolci salentini, erroneamente chiamato pasticciotto leccese, ma non è nato nel capoluogo, bensì a Galatina nella storica bottega della famiglia Ascalone, ancora esistente. Si narra che a seguito di una produzione di torte con la crema, al pasticciere fosse avanzata della pasta frolla e della crema e abbia deciso di recuperare tutto in piccolo creando il pasticciotto. La realizzazione di questo dolce tipico presenta scuole di pensiero differente: ci sono pasticcieri che preparano la pasta frolla con lo strutto, come avviene per una delle numerose versioni della pastiera napoletana, altri che preferiscono grassi meno invadenti nell’odore e nel sapore, come il burro. Qualcuno mette uno strato di marmellata o crema di nocciole o cioccolato sul fondo per dare stabilità al dolce. Qualche anno fa, nella pasticceria Chèri di Campi Salentina, è nata una variante del pasticciotto classico, l’Obama, interamente al cioccolato.

pasticciotto leccese
pasticciotto leccese ©sabinoparente via Canva

Panino con pezzetti di cavallo

Il panino con i pezzetti di cavallo è un must dello street food salentino: lo incontriamo nelle sagre di paese, sui camioncini dove viene preferito all’hamburger o all’hot dog e nelle piccole osterie da asporto. In una pignata di terracotta si mettono a cuocere i pezzetti di cavallo con olio di oliva, carota, sedano e cipolla, ma non direttamente sul fuoco, piuttosto con un lato del tegame adiacente alla fiamma, rivoltando i pezzetti di tanto in tanto, finché non termina la cottura.

Municeddhre

Non è propriamente un piatto dello street food salentino perché viene servito anche in ristoranti e trattorie, ma nelle sagre e soprattutto durante la Festa della Municeddhra a Cannole (LE), in estate, si può trovare anche in versione cibo da strada. Municeddhre è il nome generico per le lumache piccole e marroncine, con o senza la panna, ossia lo strato di pellicola con cui le lumache si chiudono in letargo: queste sono soffritte e servite con il loro sughetto. Disponibili come street food anche le cozze piccinne, lumache piccole e bianche che vengono bollite e servite con olio di oliva e origano. Ci sono infine i murruni, lumache grandi e marroni che vengono preparate come una variante delle francesi escargot, a testimoniare come i normanni siano stati qui un bel po’.

municeddhe salentine
municeddhe salentine ©foodphotograpger.puglia via Canva