Castello Carlo V di Lecce
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Fra le tante meraviglie che la città di Lecce ospita, non si può dimenticare il Castello Carlo V, che sorge a poca distanza dalla famosa piazza Sant’Oronzo, un posto d’obbligo da visitare per chiunque si trovi nella splendida città barocca.
Il castello, il più grande di tutta la Puglia, è un’imponente struttura di età normanna che nei secoli ha subito diverse modifiche e ristrutturazioni.
Sul castello si tramandano delle leggende e delle storie che, oltre a renderlo un posto di fascino da visitare, lo avvolgono nel mistero.

La storia del Castello Carlo V
Il castello deve il suo nome al sovrano spagnolo Carlo V che nel ‘500 lo fece ristrutturare: difatti la sua costruzione risale al XII secolo d.C. La ristrutturazione cominciò precisamente nel 1537 e terminò nel 1553. È proprio grazie all’opera di ristrutturazione compiuta sotto Carlo V che il castello divenne una fortezza contro gli attacchi nemici, poiché venne arricchito di nuove opere difensive.
Ovviamente rispetto all’assetto medievale, di cui conserva la pianta trapezoidale, la Torre Mozza e la Torre Magistra, il castello venne ingrandito con nuovi ambienti e circondato da una cortina muraria che si ricollegava a quattro bastioni: della Santa Trinità, della Santa Croce, di San Martino e di San Giacomo.
Le leggende sul Castello Carlo V






Come anticipato, il Castello Carlo V è avvolto dal mistero per via delle tante leggende che si tramandano su questo posto. Una di queste vuole che nei sotterranei della fortezza abitino i fantasmi di Maria d’Enghien e Giangiacomo dell’Acaya. Quest’ultimo fu l’ingegnere deputato al progetto di fare del castello una fortezza contro gli attacchi dei nemici. Purtroppo si racconta che Giangiacomo finì i suoi giorni proprio nelle celle dei sotterranei del castello, dopo aver fatto da garante ad un uomo che non onorò i suoi debiti. Da quel posto, da lui progettato e costruito, non vide mai più la luce del sole.
Riguardo a Maria d’Enghien, Regina di Napoli, Principessa di Taranto e Contessa di Lecce, Soleto e Galatina, si racconta che il suo spirito torni spesso al castello in cui abitò in vita.
Ancora, c’è chi confessa di aver udito il pianto di un bambino provenire dal Castello Carlo V: probabilmente si tratta del figlio di un soldato che morì cadendo in un pozzo e che venne da qui portato via dalla corrente del fiume Idume (un corso d’acqua che scorre sotto la città di Lecce).
Tutte queste leggende non fanno altro che rendere il Castello Carlo V un posto ancora più affascinante.
Informazioni utili


Il Castello Carlo V ospita al suo interno, oltre a diverse mostre e spettacoli, anche il Museo della cartapesta, massima espressione dell’artigianato artistico locale. Si tratta di una collezione di circa 80 opere realizzate dai più importanti cartapestai viventi dal XVIII secolo fino ad oggi.
Inoltre, grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto e le associazioni culturali “34° fuso” e “The Monuments People”, i visitatori possono fare dei tour guidati e multimediali alla scoperta dei posti nascosti del castello (come le segrete o le celle) grazie al progetto “Attraverso il Castello”.
Solitamente l’apertura del castello segue questi orari in inverno:
- dal Lunedì al Venerdì dalle 9 alle 21
- Sabato, Domenica e Festivi dalle 9.30 alle 21
In estate, da Giugno a Settembre:
- dal Lunedì al Venerdì dalle 9 alle 21
- Sabato, Domenica e Festivi dalle 9.30 alle 21
Mentre nei mesi di Luglio e Agosto:
- dal Lunedì al Venerdì dalle 9 alle 23
- Sabato, Domenica e Festivi dalle 9.30 alle 23
Tuttavia, data l’emergenza sanitaria legata all’epidemia di Coronavirus, l’apertura al pubblico è soggetta a delle restrizioni al fine di evitare rischiosi assembramenti.
Con la promozione della Puglia in zona gialla, il castello ha riaperto i battenti, quindi è attualmente possibile la visita.
Il costo del biglietto di ingresso è di 5 euro (2 euro per i bambini). L’accesso è gratuito per i disabili e i loro accompagnatori.
Pasqua si avvicina e uno dei dolci più famosi e colorati della tradizione pasquale pugliese sono le scarcelle. Si possono acquistare presso i forni o le pasticcerie di moltissime città pugliesi oppure preparare a casa con ingredienti poveri, dato che questo era un dolce realizzato nelle famiglie di medio e basso ceto sociale, utilizzando uova, farina, latte e olio. La particolarità delle scarcelle pugliesi è che può essere data loro la forma che più si preferisce (coniglietti, colombe e quant’altro) e quindi è piacevole prepararle anche in compagnia dei propri bambini.
In alternativa, per gli amanti della tradizione “pura”, la forma classica è quella a ciambella o cestino che “accoglie” le uova sode (altro simbolo per eccellenza della Pasqua). Il sapore non cambia, saranno comunque sempre buonissime e arricchiranno il proprio menu di Pasqua con un tocco di colore e dolcezza.

La ricetta delle scarcelle pugliesi
Ingredienti per 8 scarcelle pugliesi:
- 1 kg di farina 00
- 300 g di zucchero
- 2 uova
- 200 g di latte intero
- 200 g di olio extravergine d’oliva
- un lievito per dolci (16 g)
- scorza di 2 limoni
Per la glassa:
- 100 g di albumi
- 400 di zucchero a velo
- succo di limone
Per decorare:
- 8 uova sode
- zuccherini colorati
Procedimento
- Su una spianatoia versare la farina, il lievito per dolci e lo zucchero semolato e creare una fontana.
- Aggiungere la scorza grattugiata di limone, le uova leggermente sbattute e impastare con le mani, versando l’olio a filo e il latte fino a creare un composto omogeneo a cui dare la forma di una palla.
- Lasciar riposare l’impasto per circa 30 minuti ricoperto da un canovaccio da cucina.
- Intanto che l’impasto riposa, si possono mettere a bollire le uova in modo da renderle sode, quindi, quando pronte, farle raffreddare.
- Riprendere l’impasto dopo mezz’ora e dividerlo in circa 24 porzioni a cui dare la forma di un filone lungo circa 30 centimetri.
- Creare una “treccia” di pasta unendo insieme 3 filoni di impasto, quindi unire le due estremità dando la tipica forma a ciambella, fino ad ottenere 8 scarcelle.
- Adagiare le scarcelle su una teglia ricoperta da carta da forno e sistemare l’uovo sodo al centro.
- Cuocere in forno statico preriscaldato a 180° per 50-55 minuti (o ventilato a 160° per 40-45 minuti).
- Lasciar raffreddare e intanto preparare la glassa con gli albumi montati a neve e il succo di limone.
- Una volta ottenuto un composto spumoso, aggiungere poco alla volta lo zucchero a velo.
- Quando la glassa assume una consistenza cremosa, decorare le scarcelle e ricoprire con zuccherini colorati o con le decorazioni alimentari che si preferiscono (ad esempio si possono aggiungere degli ovetti colorati o degli smarties o decorare con dei pupazzetti come dei pulcini o coniglietti).
Le scarcelle così preparate, si possono conservare per 2 o 3 giorni sotto una campana di vetro.
I mustazzuoli o mostaccioli sono dei tipici dolcetti pugliesi di colore bruno del periodo natalizio. La loro origine è molto antica e la ricetta si tramanda di generazione in generazione. Sebbene l’originale sia preparato a partire dal vincotto, un mosto d’uva che si può preparare anche con i fichi secchi, nel tempo si sono diffuse diverse varianti di questo gustoso dolce biscotto che può essere preparato anche in casa, da gustare durante le vacanze natalizie con tutti i propri cari, accompagnato da un caffè, da una tisana, da una cioccolata calda o da un amaro.

La ricetta
Difficoltà: bassa
Quantità: 30 mustazzuoli
Ingredienti:
- 1 kg di farina 00
- 500 g di mandorle tostate
- 100 g di olio extra vergine d’oliva
- 10 g di ammoniaca per dolci
- 1 l di vincotto di uva o di fichi
- 200 g di zucchero
- 50 g di cacao amaro in polvere
- scorze di limone q.b.
Procedimento:
- Tritare le mandorle grossolanamente.
- Riscaldare 200 ml di vincotto a cui aggiungere l’ammoniaca.
- In una ciotola ampia passare la farina e il cacao con un setaccio, quindi aggiungere l’olio, lo zucchero, la buccia di limone grattugiata, la miscela di vincotto e ammoniaca preparata precedentemente e il restante vincotto.
- Impastare tutti gli ingredienti su una spianatoia fino ad ottenere un composto omogeneo a cui dare la forma di un grande cilindro.
- Tagliare l’impasto della lunghezza di 5-6 centimetri per dare una forma a rombo ai mustazzuoli.
- Cuocere i mustazzuoli per 15 minuti in forno preriscaldato a 200°.
- Una volta raffreddati, i mustazzuoli possono essere gustati o conservati in un contenitore di latta o ermetico.
Se si gradisce, nell’impasto dei mustazzuoli può essere aggiunta la cannella o dei chiodi di garofano per renderli ancora più profumati e speziati.
Varianti dei mustazzuoli
Spesso i mustazzuoli vengono ricoperti di una golosa glassa di cioccolato che si può preparare molto facilmente con:
- 200 g di zucchero
- 100 g di cioccolato fondente
- 100 ml di acqua.
Sarà sufficiente far sciogliere il cioccolato in una casseruola con dell’acqua, quindi aggiungere lo zucchero e portare ad ebollizione mescolando con un mestolo. Lasciar raffreddare la glassa in modo da poterla poi spennellare sopra i mustazzuoli.
Curiosità sui mustazzuoli
Dei mustazzuoli esistono diverse varianti regionali: oltre alla Puglia, questi dolci sono tipici anche della Calabria (‘Nzuddha), della Sardegna (Mustazzoleddus), della Sicilia (Mustazzoli), della Campania (Mustaccioli), del Lazio, dell’Abruzzo e della Lombardia.
Il loro nome deriva dalla parola latina “mustum” cioè “mosto” proprio perché le prime testimonianze di questi dolci risalgono all’epoca romana, dove era tipico offrirli agli ospiti prima della partenza.
Anche nel “De Agricoltura” di Catone si parla dei “mustacei” e dettagliatamente della loro preparazione.
Savelletri è un paesino in provincia di Fasano, meta di numerosi turisti che ricercano un posto tranquillo ma di straordinaria bellezza in cui trascorrere le vacanze. Il paese ospita la Marina, in cui sono attraccate circa 300 imbarcazioni e intorno alla quale, tante masserie sono state messe a nuovo e adibite a case vacanze, bed & breakfast o alberghi, un modo per il turista di respirare le tradizioni del passato di questi luoghi e di queste costruzioni ma in una chiave confortevole ed elegante data dagli arredi moderni e dai numerosi servizi a cinque stelle offerti dagli oste.
Le masserie di Savelletri sono sempre più apprezzate anche dai vip che le scelgono come meravigliose location per le proprie nozze oppure come “rifugio” confortevole e lussuoso per prendersi una pausa dalle proprie vite frenetiche e dai propri impegni professionali. Questa è stata la cornice perfetta di moltissimi matrimoni di celebrities come quello fra il cantante Justin Timberlake e l’attrice Jessica Biel; quello della figlia del ricco immobiliarista americano Jeff Sutton, Renee oppure dei ricchi indiani Ritika Agawarl e Rohan Metha.
Anche molti sportivi di casa nostra sono convolati a nozze qui: il calciatore Giandomenico Mesto con la soubrette Sara Facciolini; il calciatore milanista Ignazio Abate con la compagna Valentina Del Vecchio e i tennisti Flavia Pennetta e Fabio Fognini. Calciatori, sportivi, attori e musicisti di fama internazionale trascorrono qui le vacanze: Marco Van Basten, Noel Gallagher, Maria Sharapova, Madonna (che ci festeggia sempre il suo compleanno), la famiglia Beckham e persino Barack Obama.

Le spiagge
Le spiagge di Savelletri sono adatte a chiunque ricerchi relax e intrattenimento per la propria estate: la sabbia permette di godersi la vacanza con i più piccoli ma anche per i più giovani il divertimento non mancherà con i tanti happy hour organizzati presso i lidi. Il mare è uno dei tanti vanti di questa terra certificato 4 vele di Lega Ambiente e Bandiera Blu.
I lidi attrezzati con ombrelloni e lettini sono adatti a tutti coloro che vogliano rilassarsi e abbronzarsi sotto il sole di questa terra meravigliosa, magari gustando un cocktail, mangiando della frutta fresca o assaggiando un tipico panino con polpo. Fra i servizi offerti dai gestori ci sono tour in barca (con la possibilità di praticare attività di pesca) o noleggio di gommoni, per esplorare le acque circostanti ricche di calette e spiaggette deserte.
Non mancano poi gli sport acquatici o le esperienze da fare: il parasail (paracadutismo ascensionale) che permette di vivere l’emozione incredibile di ammirare tutta la costa e i fondali dall’alto, sport adatto ai più temerari e adrenalinici ma, potendolo fare anche in coppia, può diventare anche un’esperienza romantica da vivere con la propria dolce metà; ancora, il flyboarding, uno sport acquatico che consente, a chi lo pratica, di effettuare delle straordinarie evoluzioni sull’acqua.

Cosa vedere a Savelletri
Il porticciolo è uno dei punti più caratteristici del paese di Savelletri e da qui si possono ammirare le tipiche case bianche di cui alcune sono state adibite a pescherie ed altre a suggestivi ristoranti in cui mangiare degli ottimi piatti di cucina tradizionale.
Per tutti gli amanti della storia e dell’archeologia, a poca distanza da Savelletri, imperdibile è il Parco Archeologico di Egnazia, in cui sono state rinvenute tracce della presenza umana relative all’Età del Bronzo Medio e resti della Via Traiana di età romana; non mancano poi le necropoli, fra cui la Tomba delle Melagrane, chiamata così perché questo frutto si trova in affreschi nella parte alta della tomba.
Per il divertimento dei più piccoli e per trascorrere ore spensierate in allegria, si può raggiungere il vicino parco acquatico di Borgo Egnazia con i suoi scivoli acquatici.
Dove alloggiare a Savelletri
Per un’esperienza di vacanza indimenticabile, la scelta ideale è quella di alloggiare in una delle tipiche masserie di Savelletri, restaurate per mixare al meglio storia e tradizione con modernità e comfort.
Si tratta di strutture a cinque stelle come Masseria Torre Coccaro, dotata di camere con giardino e con tutti i comfort oltre che di una splendida piscina con effetto spiaggia (anche se il mare si trova a soli 4 km di distanza). Non manca poi il centro benessere ed il ristorante che propone piatti tradizionali e raffinati (fra l’altro, si possono seguire anche corsi di cucina con lo chef).
Masseria Torre Maizza, situata con vista sul Mar Mediterraneo e circondata da una distesa di ulivi, è il luogo adatto per rilassarsi o per praticare sport come tennis, equitazione, tiro al piattello ma anche il golf per via della vicinanza con il Golf Club San Domenico 18 buche.
Ancora, Masseria Borgo Egnazia, struttura progettata insieme all’architetto e scenografo Pino Brescia, interamente realizzata in tufo, la pietra locale lavorata dai maestri tufai, per far convivere ruralità e semplicità con lusso ed esclusività. E’ la scelta ideale per soggiornare con le proprie famiglie, essendo suddivisa in appartamenti, ville e camere, adatte a tutte le esigenze. Ci si potrà abbronzare e divertire presso le due spiagge private o a bordo di una delle quattro piscine presenti (tre esterne ed una interna riscaldata) o, ancora, danzare presso la sala da ballo, allenarsi presso i campi da tennis o fare shopping nel mini shop. Un plus sarà potersi rigenerare in quella che è stata premiata come la “Migliore Wellness Spa del Mondo”, un elegante centro benessere in cui ritrovare il proprio benessere psicofisico.
Acque cristalline, scogliere e grotte maestose tutte da ammirare, panorami mozzafiato, musica e buon cibo: tutto questo e tanto altro è Polignano a Mare, bellissima cittadina pugliese in provincia di Bari. Che si voglia trascorrere un solo giorno, un fine settimana o più giorni durante le proprie vacanze, la città ha molto da offrire non solo per chi ama rilassarsi al mare ma anche per chi ama la movida notturna, per via dei tanti eventi e dei locali che soddisferanno le esigenze di ognuno.

Cosa vedere
Il centro storico di Polignano è uno dei fiori all’occhiello di questo borgo con contaminazioni delle epoche bizantine, spagnole e arabe che hanno dominato la città durante i secoli. Tutti gli amanti delle passeggiate potranno perdersi fra le viuzze bianche, piene di fiori e di poesie scritte sui muri, per terra e sulle porte da un poeta che si firma “Guido il Flaneur” che rendono la città ancora più romantica.
Gironzolando fra le vie del centro storico, in Piazza Vittorio Emanuele II, ci si potrà imbattere nel Palazzo dell’orologio, ancora oggi caricato a mano da una signora del posto. Imperdibile, sul lungomare a lui dedicato, è la statua di bronzo ritraente il grande cantautore italiano Domenico Modugno, nato e cresciuto qui. La statua, realizzata dallo scultore argentino Hermann Mejer, è alta 3 metri ed è stata inaugurata il 31 maggio 2009: sarà immancabile scattare delle foto assieme a questo vero e proprio “monumento” della canzone italiana e della città. Polignano a Mare è anche famosa per le terrazze da cui ammirare il bellissimo paesaggio a picco sul mare e la scogliera, gioia dei tanti fotografi (anche amatoriali) che giungono nella cittadina.
In pieno centro storico si trova anche la Cattedrale ovvero la Chiesa Matrice Santa Maria Assunta in Cielo, al cui interno si trova la Cappella del Presepe che conserva un presepe di sculture del ‘500 di Stefano da Putignano e altre opere dello stesso artista come la Pietà, la Madonna con Bambino e la statua di San Vito martire.
A poca distanza da Polignano, un’altra chiesa, la bellissima Abbazia di San Vito,che si trova sul mare, è un luogo da non perdere per il bellissimo paesaggio che offre a chi lo ammira. Infine, il Museo d’Arte Contemporanea Pino Pascali, museo d’arte contemporanea pugliese che ospita la collezione permanente dell’artista Pino Pascali, originario di Polignano a Mare.
Infine, per gli amanti del trekking e della natura, ci sono dei sentieri da poter battere a piedi o facendo trekking, alla scoperta di luoghi incontaminati e molto affascinanti. Poco distante dalla cittadina, ci sono il Sito di Santa Barbara, un antico insediamento neolitico, il Sito di Madonna di Grottole, caratterizzato da grotte abitate in epoca preistorica e la Torre Incina, una torre di avvistamento del ‘600.
Per chi ricerca la movida notturna, basti sapere che a Polignano a Mare, soprattuto in estate, i negozi del centro storico restano aperti fino a tarda serata per la gioia di tutti gli amanti dello shopping che, dopo una giornata al mare, intendono continuare a rilassarsi facendo degli acquisti nelle botteghe di artigianato o di souvenir del posto. In alternativa, sono davvero tanti i locali dove gustare squisite pietanze, sorseggiare deliziosi cocktail e ascoltare musica dal vivo.
Le grotte e il mare di Polignano a Mare
Emblema della città di Polignano a Mare è Lama Monachile: a quasi tutti sarà capitato di imbattersi almeno in una fotografia che ritrae questo paesaggio mozzafiato caratterizzato da una piccola insenatura di sabbia e di acqua, incastonata fra due pareti di roccia a strapiombo sul mare. Si tratta di una delle spiagge più famose della città, frequentata in estate da tantissima gente: sicuramente varrà la pena “affrontare” la confusione per fare un bagno in queste acque cristalline ed indimenticabili. Questo luogo, in estate, è anche protagonista di gare di tuffi o di eventi musicali molto cool.
Continuando con le spiagge sabbiose, verso sud, c’è Oasi Cala Fetente, dove sarà possibile noleggiare sdraio ed ombrelloni oppure rilassarsi sulla battigia, gustando un cocktail o un buon piatto di pesce; ad un chilometro da qui, c’è Cala San Giovanni, una piccola caletta caratterizzata da una spiaggia di sabbia in uno scenario di natura incontaminata o, ancora, San Vito, famosa per la sua Abbazia, dove sarà possibile fare un bagno in uno scenario ricco di storia e di bellezze architettoniche come la Torre Saracena.

Altre spiagge libere sabbiose sono Porto Contessa e Porto Cavallo che conducono fino al porto turistico. Porto Cavallo, in particolare, è l’ideale per famiglie con bambini: per raggiungerla sarà sufficiente fare una breve passeggiata a piedi dal centro del Paese.
Anche la costa di Polignano a Mare ha molto da offrire per via della presenza di numerose grotte che possono essere visitate in barca o in pedalo: le gite durano circa due ore e permettono di ammirare le meravigliose grotte marine e di fare bagni nelle acque cristalline e meno affollate della bellissima città.
Fra le grotte più pittoresche ci sono Grotta delle Rondinelle e Grotta Piana, frequentate soprattutto dagli amanti delle foto e dei tuffi o, ancora, la Grotta Azzurra, di dimensioni più ridotte, particolare per i giochi di luce che si creano qui grazie all’alternarsi di sole e acqua.
Cosa mangiare a Polignano a Mare
Polignano a Mare regala un’esperienza completa al viaggiatore dal palato sopraffino per via della sua cucina tipica a base di pesce e di prodotti genuini di questa bellissima terra. La città, infatti, è ricca di ristoranti, trattorie ed osterie in cui gustare una prelibata cucina tradizionale che ben si sposa con una gastronomia più raffinata e moderna. Tanti di questi locali godono di una vista mozzafiato sul mare, un valore aggiunto quando si gustano piatti semplici ma indimenticabili.
Come spuntino veloce, pranzo da portare in spiaggia o per i propri aperitivi, non possono mancare le frise con pomodorini, olio, sale e origano, la gustosissima “Focaccia di Polignano” o i panini di pesce. Un piatto tipico della cucina barese che si potrà gustare anche a Polignano a Mare è il famoso Riso patate e cozze o,ancora, i pregiati crudi di mare. Non mancano prodotti poveri come la tradizionale Fave e cicorie o gli ortaggi più utilizzati nella cucina di Polignano a Mare, cioè le carote del territorio che hanno ricevuto il presidio Slow food.
Per la propria pausa caffè, è da provare il caffè speciale preparato con zucchero, scorza di limone, panna e amaretto o, ancora, per i momenti “dolci”, il gelato, davvero buono in qualsiasi gelateria o bar di Polignano.
Come raggiungere Polignano a Mare
E’ possibile raggiungere Polignano a Mare con tutti i mezzi di trasporto:
- in aereo, una volta giunti all’Aeroporto di Bari, ci si può spostare verso la cittadina con un bus di linea, con il treno dalla Stazione Ferroviaria di Bari oppure noleggiando un’automobile. Arrivando a Brindisi invece, consigliamo di noleggiare un auto oppure prenotare un comodo servizio transfer.
- In treno, dato che Polignano a Mare ha una Stazione Ferroviaria, sarà sufficiente arrivare alla Stazione di Bari e prendere un treno regionale da qui della durata di circa 20 minuti.
- In autobus, questa soluzione è l’ideale quando si deve raggiungere Polignano a Mare da altre città della provincia barese perché, da altre città pugliesi o del resto d’Italia, non ci sono molti collegamenti diretti.
- In automobile, occorrerà prendere l’A2 Roma-Napoli, quindi l’A16 Napoli-Canosa ed infine l’A14 per Bari. A questo punto, l’uscita da prendere si trova sulla SS16 con indicazione Polignano.
La Basilicata è una regione ricca di bellezze non solo storiche e culturali come borghi, siti archeologici, chiese secolari ma anche dal punto di vista culinario e dell’intrattenimento. Una delle città più famose della regione è Matera, dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco nel 1993 e nominata Capitale Europea della Cultura 2019. Ogni anno attira migliaia di turisti che accorrono ad ammirare i “sassi di Matera”, le costruzioni realizzate con questa tipica pietra.

Cosa vedere a Matera
I sassi di Matera sono una delle attrazioni più famose di Matera: si tratta di vicoli, abitazioni, chiese, giardini, cunicoli sotterranei che la rendono simile ad un bellissimo presepe tutto da esplorare e da fotografare (con una bellezza mozzafiato soprattutto di sera).
I sassi si dividono in due quartieri: Sasso Barisano cioè il rione più grande, ricco di negozi, ristoranti e alberghi e Sasso Caveoso, la parte più antica della città. Ma non solo: la città è ricca anche di chiese rupestri e di aree naturali con scenari paesaggistici davvero straordinari e non mancano anche musei o eventi imperdibili a cui partecipare.
Un edificio da visitare è Casa Noha, un’antica dimora appartenuta ad una famiglia nobiliare e che oggi è centro di informazioni turistiche o, ancora, la Cattedrale di Matera, da cui è possibile ammirare il paesaggio su Sasso Barisano, che dal 1627 è stata dedicata alla Madonna della Bruna e a Sant’Eustachio, protettori della città. Al suo interno, ci sono numerosi tesori come un affresco bizantino che rappresenta la Madonna della Bruna con bambino, il Giudizio Universale, il Coro Ligneo scolpito da Giovanni Tantino e la pala “Vergine con Bambino e Santi” che si trova sull’altare maggiore.
Oltre a questa chiesa sono tante le chiese rupestri di epoca medioevale cioè delle grotte trasformate in centri di preghiera in cui è possibile distinguere cripte, eremi, basiliche e santuari: in tutto, sono circa 150 quelle presenti sul territorio di Matera come la Chiesa di San Pietro Barisano, la Chiesa di Santa Lucia alle Malve, la Chiesa di Santa Maria de Idris e tante altre tutte da esplorare per rivivere il fascino della Matera misteriosa e antica.

Un altro bel luogo da visitare è il Palombaro che si trova lungo la grande cisterna scavata sotto Piazza Vittorio. E’ possibile percorrere gli ambienti della cisterna con un tour a 17 metri di profondità così da scoprire nel dettaglio la genialità di quest’opera di ingegneria idraulica. E’ possibile visitare anche il Museo Musma di Matera dedicato alla scultura contemporanea dal 1800 ad oggi e al cui interno è ospitata anche la biblioteca Vanni Schelwiller che conserva oltre 5000 volumi donati dalla vedova del noto editore o il Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola, il più antico della Basilicata con i cimeli donati dal dottor Domenico Ridola alla città.
Per avere un assaggio della vita dei pastori di un tempo a Matera, in Vico Solitario è possibile visitare la Casa-Grotta rappresentata da un unico ambiente in cui anticamente abitavano nuclei familiari formati da più di 10 persone e animali. Fra i vicoli di Matera è possibile imbattersi anche in botteghe in cui ritrovare prodotti dell’artigianato locale e acquistare bellissimi souvenir come ricordo della città.
Non solo arte e storia nella bella Matera ma anche aree naturali che possono essere esplorate dagli amanti delle passeggiate o del trekking: bellissime escursioni possono essere svolte presso il Parco della Murgia Materana, presso la Riserva Regionale San Giuliano o il Colle Timmari.
E per chi ama la movida serale, Matera può soddisfare tutte le esigenze con i suoi numerosi locali in cui gustare deliziose pietanze oppure fare aperitivo nei bar e nei locali delle piazze e delle vie del centro storico che, soprattutto durante la bella stagione, allietano gli ospiti con musica dal vivo e dj set.
Cosa mangiare a Matera
Chi giunge a visitare Matera non può perdersi le prelibatezze della cucina tradizionale o i prodotti tipici del territorio: la tradizione culinaria materana è prettamente contadina e pastorale, ricca di legumi, verdure, formaggi (caciocavallo podolico, cacioricotta, pecorino salato e molti altri), carni e pasta fatta in casa. Fra le pietanze da gustare, infatti, non possono mancare le orecchiette al sugo o con cime di rapa o con funghi da accompagnare con il pane di Matera IGP, un pane realizzato esclusivamente con semola di grano duro.
Un piatto a base di carne è la pignata, realizzato con carne di pecora, verdure, erbette, il tutto cotto in pentole di terracotta nel forno a legna o ancora la ciallèdd, una zuppa di patate, cipolle, erbette, uova e rape servite con pane raffermo o la crapiata, una pietanza a base di legumi, grano e patate. Ancora, tipici piatti poveri ma genuini sono le fave e cicoria oppure gli gnummiredd cioè degli involtini di interiora di agnello, fegato, polmone, cuore e animelle legati insieme dal budello. Questi ottimi piatti della tradizione popolare possono essere accompagnati da pregiati vini come i rossi (Aglianico, Primitivo, Rosso Jonico) e i bianchi (Greco e Moscato), vini elaborati in recipienti di legno che ne conferiscono il sapore.
Fra i prodotti locali da portarsi anche a casa, ci sono i peperoni dolci chiamati peperoni Cruschi, tipici della Basilicata, che vengono essiccati al sole e fritti, con il risultato di essere molto simili a delle patatine, molto croccanti. Con questi peperoni vengono spesso realizzati dei piatti di pasta fresca (come le orecchiette o gli strascinati) accompagnati anche da cime di rapa.
E per chi ama lo street food, non può mancare la gustosissima focaccia realizzata con grano duro e cotta in forno a legna, molto spesso condita con pomodorini freschi e olive, spuntino ideale per chi voglia mangiare e continuare a gironzolare fra i sassi.
Per quanto riguarda i dolci, dei tipici dolcetti secchi a base di mandorle, noce moscata e cannella sono le strazzate ma sono tante anche le gelaterie che propongono gelati artigianali dai tantissimi gusti tutti da provare.
Come arrivare a Matera
Si può raggiungere Matera in diversi modi:
- in aereo, l’Aeroporto più vicino è quello di Bari-Palese (distante circa 60 km) da cui si può raggiungere la città lucana in treno o con autobus o noleggiando un’automobile.
- In treno, per chi arriva da Bari, sarà sufficiente prendere le Ferrovie Appulo Lucane e in 80 minuti raggiungere la Stazione di Matera.
- In autobus, ci sono diverse compagnie che da tutta Italia raggiungono comodamente la città di Matera.
- In auto, per chi proviene dalla Costa Adriatica occorre seguire l’Autostrada A14 fino a Bari Nord e da qui seguire la statale 96 per Altamura e poi la statale 99 per Matera; per chi proviene dalla Costa Tirrenica, invece, occorre seguire la Salerno-Reggio Calabria fino all’uscita per Sicignano, quindi imboccare la E847 fino a Potenza per poi prendere la statale 407 Basentana per Metaponto ed infine l’uscita per Matera. Invece, per chi proviene dal Salento, è necessario superare Taranto, quindi percorrere la SS106 Ionica fino all’uscita Matera.
Locorotondo è uno piccolo borgo della Valle d’Itria tra i più belli della Puglia e d’Italia che, come già il nome fa intuire, ha una tipica pianta circolare dove è possibile ammirare le tipiche abitazioni dal tetto spiovente chiamate cummerse. Il visitatore può godersi la tranquillità dei vicoli del centro storico, abbelliti con fiori e ben tenuti dagli abitanti del paese o, ancora, la bellezza dei punti panoramici tutti da fotografare o delle chiese antiche da visitare.
Durante lo scorso Natale, la città ha registrato un record di presenze per i visitatori arrivati ad ammirare la bellezza delle decorazioni che hanno abbellito il paese. Locorotondo, infatti, è stata così apprezzata per gli addobbi natalizi, da diventare uno dei borghi più fotografati e postati su Instagram: una bella vittoria per questo piccolo paese che è comunque apprezzato tutto l’anno da chiunque vi arrivi.

Cosa vedere a Locorotondo
La bellezza di Locorotondo sta nei vicoli caratteristici in cui perdersi imbattendosi in chiese, case particolari dai tetti spioventi rivestite di pietre calcaree dette chiancarelle, botteghe artigiane che rimandano alle tradizioni popolari così ancora vive nel paese. Una delle chiese più importanti di Locorotondo è quella di San Rocco, patrono della città che, secondo la tradizione, allontanò la peste.
Altre chiese da visitare sono la Chiesa di Santa Maria Addolorata, la Chiesa di Santa Maria Annunziata, la Basilica Minore dei Santi Cosma e Damiano o, ancora, la Chiesa della Madonna della Greca e la Chiesa in onore di San Giorgio. Non mancano poi edifici di pregio storico come Palazzo Morelli di età barocca, la Torre dell’orologio e il Palazzo Comunale dove attualmente c’è la biblioteca civica. E’ possibile anche soffermarsi a visitare il trullo più antico della Puglia, risalente al 1509, in contrada Marziolla oppure ammirare una vista mozzafiato della Valle presso contrada Serafino.
A sera, si possono trascorrere piacevoli momenti con i propri amici o i propri cari presso uno dei numerosi cocktail bar o pub che, soprattutto in estate, animano il centro storico con eventi, musica dal vivo e dj set.
Tradizioni e curiosità di Locorotondo
Le tradizioni popolari sono molto sentite a Locorotondo: ad aprile si svolge la festa in onore di San Giorgio Martire con la “Cerimonia del dono” cioè la consegna delle chiavi della città dal Sindaco al Santo o, ancora, la festa in onore di San Rocco che si svolge ad agosto con una manifestazione molto affascinante chiamata Diéne cioè processioni di bande musicali per il centro storico intonando canzoni tipiche del folklore. La festa è accompagnata anche da spettacoli pirotecnici, luminarie e grandi abbuffate a base di carne.
La prima domenica di agosto, inoltre, si festeggia la Santa Famiglia e il 15 di agosto, la processione di Santa Maria Assunta. Altre feste religiose sentite sono quella che si svolge la terza domenica di settembre, la Festa del Crocefisso e, ad ottobre, la festa dedicata a San Marco e le feste patronali dei Santi Cosma e Damiano e della Madonna della Catena.
Non solo tradizioni ma anche cinema: fra le bellissime vie di Locorotondo sono stati girati diversi film come “Mio cognato” con Sergio Rubini, “Così è la vita” con Aldo, Giovanni e Giacomo e “Baciami piccina” con Vincenzo Salemme.

Cosa mangiare a Locorotondo
Locorotondo offre un’esperienza culinaria fatta di prodotti tipici e piatti della tradizione popolare ma non mancano anche prodotti vitivinicoli di eccellenza come il “Bianco Locorotondo DOC“, un vino che ben si adatta agli antipasti ma anche a piatti a base di pesce.
Fra i prodotti d’eccellenza della gastronomia, utilizzati per creare piatti unici, c’è la carne come gli involtini di trippa di agnello (gnumerèdde suffuchète) legati con budella dell’animale e cotti in tipici tegami di terracotta; ancora, le orecchiette alle cime di rapa oppure un’altra pasta fatta a mano con semola di grano duro e uova chiamata tridd, accompagnata da pecorino e prezzemolo tritato con brodo di tacchino. Non mancano piatti poveri e genuini come le fave e cicoria (macco con verdure), cioè fave bianche cotte nella pignata e battute con olio d’oliva per realizzare un purè, accompagnate dalle cicorie; ancora, focacce, carne al fornello o cotoletta con mozzarella e funghi (la cottie).
Come raggiungere Locorotondo
Il bellissimo borgo di Locorotondo può essere raggiunto con tutti i mezzi di trasporto:
- in aereo, gli aeroporti più vicini sono quello di Bari Palese (a circa 75 km di distanza) e quello di Brindisi-Casale (a circa 55 km di distanza): da qui sarà possibile, una volta raggiunta la stazione, spostarsi con treni, autobus o noleggiando un’auto.
- in treno, da Bari sarà sufficiente raggiungere la Stazione di Fasano con Ferrovie dello Stato e poi prendere il pullman per Locorotondo oppure prendere la Ferrovia Sud-Est fino alla Stazione di Locorotondo. Per chi arriva da Taranto, sarà sufficiente prendere le Ferrovie Sud-Est fino alla Stazione di Locorotondo; infine, per chi arriva da Lecce-Brindisi, tramite le Ferrovie dello Stato, occorre raggiungere la Stazione di Fasano e da qui proseguire in pullman fino al paese.
Qui di seguito il sito delle Ferrovie Sud-Est.
- in auto, da Bari sono possibili due alternative: o prendere la SS16 con uscita Fasano oppure la SS100 con uscita Turi e poi la SS172 (Statale dei Trulli). Se si proviene da Taranto, invece, occorrerà percorrere la Statale 172 Dir. mentre da Lecce-Brindisi percorrere la SS378 con uscita Fasano e poi immettersi nella 172 Dir.
Gravina in Puglia è un paese dell’alta Murgia, in provincia di Bari, famoso non solo perché ha dato i natali a Papa Benedetto XIII ma anche per le sue bellezze naturalistiche, artistiche e storiche che ogni anno attirano migliaia di turisti: il territorio, infatti, è ricco di ambienti rupestri e paesaggi sotterranei misteriosi per riscoprire la bellezza di un territorio così segnato nel tempo dalla presenza umana.
Il comune si trova a poca distanza da Matera, in Basilicata e da Altamura, città famosa per il suo pane.

Cosa vedere a Gravina in Puglia
Imperdibile quando ci si reca a Gravina in Puglia è il canyon, un insieme di gravine, delle insenature formatesi grazie all’azione dell’acqua nei secoli e i siti rupestri, testimonianza degli insediamenti che nel tempo si sono avvicendati nel territorio. Alcuni di questi siti sono molto ampi come la Grotta delle sette camere ed in tutto sono circa un’ottantina, per tutti gli amanti delle bellezze storiche da scoprire.
Di notevole pregio storico e architettonico sono anche le chiese come la cripta di San Vito Vecchio, il santuario della Madonna della Stella e la chiesa di San Michele delle grotte. I due versanti di Gravina sono collegati dal ponte-acquedotto realizzato alla fine del XVII secolo, una struttura alta 40 metri che si estende per 90 metri, che crollò nel 1722 a causa di un terremoto per poi essere ricostruito nelle varie epoche: se lo si percorre proseguendo verso Est, si arriva al Bastione medioevale, unica testimonianza dell’epoca di quella che fu la cinta muraria difensiva del paese.
Se si prosegue la propria passeggiata da questa parte antica, salendo una salita, si raggiunge il centro storico di Gravina in Puglia ed in particolare si arriva ai rioni di Piaggio, Fondovico e Borgo, un insieme di vicoli ricchi di case, chiese in tufo ed edifici storici come Palazzo Ducale Orsini, il palazzo che apparteneva alla famiglia che ha governato la città per cinque secoli e che ha ospitato personaggi illustri come Carolina d’Austria, il Principe Francesco I e Carlo III di Borbone; un altro edificio storico importante è Palazzo Vescovile, costruito nel IX secolo, crollato a seguito di un terremoto nel 1456 e ricostruito nei secoli successivi con molte modifiche, in cui è possibile ammirare la statua dedicata a Papa Benedetto XIII.

A Gravina in Puglia si trova anche la biblioteca più antica della Puglia, Biblioteca Finya ma anche alcuni palazzi di nobili e studiosi che hanno reso prestigio alla città come Palazzo Calderoni-Martini, Palazzo Popolizio, Palazzo Lettieri, Palazzo e Piazza Scacchi o Villa D’Ecclessis.
Per tutti gli amanti dei musei, la città ne è ricca: da visitare sono il Museo e Biblioteca della Fondazione Ettore Pomarici Santomasi che raccoglie i reperti più importanti delle zone archeologiche di Gravina o, ancora, il Museo Laboratorio della Civiltà Contadina e degli Antichi Mestieri, il Museo Civico Archeologico e il Museo Capitolare di Arte Sacra.
Infine, oltre alla Cattedrale, costruita nel 1065, crollata anch’essa con il terremoto del 1456 e che conserva alcune statue di pregio artistico come Gesù Risorto, San Paolo e San Pietro, ci sono anche le chiese dedicate a tanti santi: Santa Sofia, San Nicola, Sant’Agostino, San Domenico, Santa Lucia, San Giovanni Battista, Santa Maria delle Domenicane, San Felice, San Francesco, San Sebastiano, Santa Maria del Suffragio, dell’Addolorata, Madonna della Grazia e Mater Grazia.
Gli appassionati di trekking e di passeggiate possono scoprire le meraviglie circostanti la città di Gravina in Puglia, visitando il Parco Nazionale dell’Alta Murgia che si estende per più di 68.000 ettari oppure il Bosco Difesa Grande, dove poter ammirare numerose specie vegetali ed uccelli. Inoltre, ad un km dalla città, c’è il Castello di Gravina in Puglia, costruito per volere di Federico II di Svevia intorno al 1233: purtroppo, il monumento non può essere visitato all’interno perché, per una parte, è andato distrutto nel tempo.
Cosa mangiare a Gravina in Puglia
Non solo civiltà antiche, bellezze artistiche e chiese secolari ma anche prodotti tipici tutti da provare, eccellenza del territorio. Esempi sono il Pallone di Gravina, un caciocavallo tradizionale realizzato con latte crudo e definito presidio Slow food o la salsiccia a punta di coltello dell’Alta Murgia, un insaccato realizzato con parti bianche di lardo e insaporito con finocchietto selvatico e peperoncino. Ancora, gli gnomerelli, involtini cotti sulla brace, fatti di animelle di capretto. Pietanze tipiche della tradizione contadina sono il Pancotto, realizzato con pane, verdure della Murgia e patate; U’Calaridd, un piatto della tradizione pasquale preparato con agnello e erbe spontanee oppure la pasta fresca, come quella con i funghi cardoncelli.

Per i propri spuntini o pranzi veloci, tutta da gustare è la focaccia di San Giuseppe, ripiena con acciughe, uva sultanina e cipolle. Ancora, i calzoni, dei panzerotti fatti con semola e farina e farciti con ricotta zuccherata e aromatizzata e conditi con sugo di carne o il tipico pane di Gravina, famoso perché diverso rispetto a quello degli altri comuni vicini, realizzato a forma di treccia con un impasto fatto con farina, acqua e lievito. Altri prodotti che si possono trovare nei forni del paese sono gli squisiti taralli, tarallini o biscotti da latte.
Anche i vini di Gravina in Puglia sono delle eccellenze del territorio come il Verdeca DOC o i vini bianchi nelle varianti secco e spumante, il Gravina DOC, ottenuto da uve del posto, così come il Greco di Tufo e la Malvasia bianca. Infine, per quanto riguarda i dolci, quello tipico è il Sasanello, ottenuto con farina impastata con vincotto, buccia di arancia grattugiata, cannella, fiori di garofano e cacao, anticamente preparato per i matrimoni e le feste.
Come arrivare
Gravina in Puglia può essere raggiunta sfruttando diversi mezzi di trasporto:
- in aereo, l’Aeroporto più vicino è quello di Bari (a 61 km) o quello di Brindisi (a 178 km); una volta raggiunte le Stazioni di queste città, sarà sufficiente noleggiare un’automobile, prendere un autobus o il treno per raggiungere il paese.
- In treno, sia da Bari che da Potenza viaggiano dei treni per raggiungere la città; in alternativa, le Ferrovie dello Stato collegano Gravina attraverso la tratta Gioia del Colle- Rocchetta Sant’Antonio.
- In auto, per chi proviene da Nord sarà sufficiente prendere l’Autostrada A14 Bologna-Taranto (barriera di Trani-Corato); per chi proviene da Bari e da Potenza, la SS96; per chi proviene da Foggia e da Canosa, la SS97 delle Murge ed infine, per chi proviene da Matera, la SP53.
Gravina in Puglia può essere raggiunta anche servendosi del servizio autobus messo a disposizione dalle diverse città pugliesi e del resto d’Italia.
Chiunque si trovi a visitare la Valle d’Itria, non può perdersi quello che viene ritenuto uno dei più bei borghi medievali d’Italia: Cisternino. Un insieme di case bianche, vicoli e piazzette che rievocano i tempi andati, ma anche opere architettoniche e chiese da ammirare durante le proprie passeggiate in giro per il paese.

Cosa vedere a Cisternino
A spasso per la bella Cisternino ci si imbatte in Piazza Garibaldi ed, in particolare, nella Villa Comunale e nella Torre Grande, una struttura quadrangolare di epoca normanna e federiciana, antico punto di avvistamento da cui si può godere di un bel panorama (il Belvedere). Nelle vicinanze di queste costruzioni c’è Porta Grande, una porta che conduce al centro e storico e la Chiesa Madre,in onore di San Nicola, di epoca romanica, al cui interno è conservata un’opera rinascimentale, la Madonna con bambino, realizzata da Stefano di Putignano nel 1517.
La particolarità di Cisternino è che qualsiasi vicolo e stradina ha qualcosa da raccontare: durante la propria passeggiata ci si imbatterà sicuramente in Via Santa Maria di Costantinopoli dove sarà possibile ammirare il dipinto su tavola “Madonna del falegname” e un resto di affresco ritraente la Vergine. E’ affascinante l’architettura tipica delle case: piccoli edifici di colore bianco addossati fra di loro, particolari per i loro balconi o per le maschere in pietra; non mancano, però, palazzi più importanti come quello del Governatore, palazzo Cenci, palazzo Lagravinese e palazzo Pepe. Anche il corso principale, Corso Umberto I, è caratterizzato da un insieme di case bianche, ognuna bella per qualche piccolo particolare: tutte da ammirare e da fotografare poiché arricchite da decorazioni e fiori.
Cisternino non è bella da visitare solo di giorno ma anche di sera, soprattutto d’estate quando, per i vicoletti del centro storico o in Piazza Vittorio Emanuele, i locali pullulano di gente che sorseggia cocktail o che si diverte con musica dal vivo e dj set.

Le tradizioni di Cisternino
Poco fuori dal paese c’è il Santuario della Madonna d’Ibernia, dove ogni lunedì di Pasqua si celebra la Pasquaredde: durante questa festività, la gente del paese si reca al Santuario con un dolce tipico chiamato “u churruchele”, simbolo di prosperità, realizzato a forma di borsa con due uova sode per i bambini e a forma di bambola con un uovo sodo per le bambine.
Un’altra festa molto sentita è quella in onore di Sant’Antonio, i cui festeggiamenti iniziano il 17 gennaio o, ancora, la Festa patronale in onore dei Santi Patroni Quirico e Giulitta, la prima domenica di agosto quando si svolgono processioni, concerti e fuochi d’artificio. Poco distante da Cisternino, infine, in località Caranna, si tiene la Sagra delle orecchiette che richiama la gente del posto per stare insieme fra balli, musica popolare e buon cibo.
Cosa mangiare a Cisternino
Cisternino è un amabile paesino dove poter ancora respirare l’aria familiare di un tempo: Potrete infatti gustare ottimi prodotti tipici o pietanze della tradizione in caratteristiche masserie o osterie e ristoranti accoglienti. Fra i prodotti tipici da gustare, una protagonista indiscussa è la carne: salsicce di carne bovina, bombette (involtini di carne di maiale ripieni di formaggio canestrato, sale e pepe) e gnummeredde (a base di interiora di agnello). Questi prodotti possono essere gustati nelle macellerie-ristoranti tipiche del centro storico, i famosi “fornelli pronti” in cui si può scegliere il taglio di carne che si preferisce e gustarlo direttamente presso i tavoli antistanti la macelleria, accompagnato da un ottimo calice di vino. Un altro piatto immancabile tipico della tradizione pugliese sono le orecchiette alle cime di rapa o con sugo e pecorino oppure le fave e cicorie. Ancora, un tipico spuntino sono le friselle, spesso condite con pomodori, olio, sale e origano.
Anche i dolci di Cisternino sono assolutamente da provare, soprattutto se si è amanti delle mandorle, uno degli ingredienti fissi in queste preparazioni: le mandorle allo zucchero (menule atterrete) cioè mandorle tostate cosparse di zucchero; le castagnelle, pagnottelle realizzate con farina, uova, zucchero, mandorle, cannella e chiodi di garofano o, ancora, la variante con l’aggiunta di amarena chiamata castagnama. Un altro dolce è il Santantonio, un biscottino rettangolare preparato con farina, uova, zucchero e mandorle, ottimo per accompagnare caffè o thè. Altri biscotti da latte tipici, i Rombò, sono quelli fatti con farina, uova, zucchero, nocciole e latte, ottimi anche a fine pasto per accompagnare un bicchierino di rum.
Come raggiungere Cisternino
Cisternino si trova in Valle d’Itria ed è possibile arrivarci:
- in aereo, l’Aeroporto più vicino è quello di Brindisi (50 km) o di Bari (80 km), da cui sarà poi necessario prendere un auto a noleggio o un transfer per raggiungere Cisternino.
- in treno. Arrivando dal Nord la soluzione più veloce è prendere un Regioanale da Bari. in alternativa ci sono altre soluzioni da Brindisi, Ostuni, Polignano a Mare etc, consigliamo quindi di consultare il sito di Trenitalia.
- in auto, per chi proviene da Nord occorre uscire a Bari Nord, quindi proseguire sulla SS16 direzione Brindisi e poi seguire le indicazioni per Cisternino per immettersi sulla SS379. Per chi proviene da Sud, invece, l’uscita dell’autostrada è Brindisi-Lecce, quindi sarà necessario seguire le indicazioni per SS16 direzione Bari e poi quelle per Cisternino.
Castellana Grotte è una città della provincia di Bari che deve il suo nome alla presenza delle affascinanti grotte che ogni anno vengono visitate da tantissimi turisti. Tuttavia, la città è ricca di molti altri posti da visitare, esperienze da fare e prodotti tipici da gustare.

Cosa vedere a Castellana Grotte
Il centro storico di Castellana Grotte è caratterizzato da piccole vie tipiche dell’epoca medioevale, tutte da esplorare durante le proprie passeggiate, ricche di edifici come il Municipio Vecchio, l’ex Convento di San Francesco (che oggi ospita il Municipio), alcuni palazzi molto antichi e chiese come quella San Leone Magno, costruita nel 1383 su una preesistente chiesa romanica alla quale è stata aggiunta una torre normanna. In questa Chiesa sono custodite le statue di Leone Magno, di Giovanni Battista e quella della Madonna Consolatrice.
Un altro santuario da non perdere è quello di Maria SS. della Vetrana, costruito nel 1691 in onore della Madonna che liberò la cittadina dalla peste o, ancora, la Chiesa di San Francesco d’Assisi, costruita nel 1651, dallo stile tardo rinascimentale in cui ammirare i sette altari in pietra locale. Infine, a poca distanza dalla città, la Chiesa del Caroseno del 1500, la Chiesa di Santa Maria del Suffragio del 1700 e la Chiesa di San Nicola di Genna, nella vicina frazione di Genna.
Non solo storia, arte e cultura ma anche divertimento per grandi e piccini nel Parco avventura Indiana che offre percorsi acrobatici sicuri per tutti gli avventurosi o, ancora, il Parco dei Dinosauri, un museo all’aperto in cui sono stati riprodotti dei dinosauri a grandezza naturale. Un altro museo è il Museo Speleologico Franco Anelli, dedicato a colui che ha scoperto le famose grotte della città (assieme allo speleologo Vito Matarrese) e l’Osservatorio Astronomico Sirio.
Le famose grotte di Castellana
Le Grotte di Castellana furono scoperte nel 1938 e sono una delle maggiori rappresentazioni del fenomeno del carsismo in Puglia. Si trovano a circa 2 chilometri dal centro abitato e si estendono per circa 3 chilometri: si possono visitare seguendo due tipi di percorsi, di cui uno più breve, di circa un chilometro e mezzo e l’altro di circa 3 chilometri.
Entrati nelle grotte, si trova una voragine di circa sessanta metri chiamata la Grave da cui si accede alle numerose caverne, canyon, stalattiti, stalagmiti, che si potranno ammirare durante il proprio giro turistico, tutte denominate con nomi affascinanti per richiamare una particolare forma o una leggenda come ad esempio la Caverna della Civetta, il Corridoio del Serpente, la Caverna del Precipizio, la Grotta Nera e tante, tante altre.

Cosa mangiare a Castellana Grotte
Il fascino di Castellana Grotte non si ferma alla magia delle grotte e del patrimonio artistico e culturale ma anche ad una cucina ricca di prodotti tipici tutti da gustare in piatti raffinati o della tradizione culinaria pugliese. L’impronta della cucina di Castellana Grotte è quella tipica della provincia di Bari in cui prevalgono le cozze, da gustare alla marinara oppure fritte o la carne come le braciole (una carne sottile, condita e arrotolata).
Da provare anche i piatti poveri e genuini della tradizione contadina come le fave e cicorie o i lampascioni al forno. Tipiche sono anche le pettole, realizzate con farina, lievito, acqua e sale, fatte lievitare per almeno due ore, farcite con capperi, pomodorini, olive, peperoncino e cipolla e fritte in olio bollente sotto forma di palline.
Come arrivare a Castellana Grotte
E’ possibile raggiungere Castellana Grotte con ogni mezzo di trasporto:
- in aereo, l’Aeroporto più vicino è quello di Bari (distante circa 36 km), da cui sarà possibile o noleggiare un’automobile oppure, dopo essere arrivati alla Stazione di Bari, prendere un treno o un bus per raggiungere la città oppure noleggiare un auto.
- In treno, una volta raggiunta la Stazione di Bari, sarà sufficiente prendere il treno via Conversano-Castellana delle Ferrovie Sud-Est.
- In bus, sempre da Bari, sarà molto semplice raggiungere la città con i mezzi delle Ferrovie Sud-Est.
- In auto, per chi proviene da Bologna-Ancona, occorrerà prendere la A14; da Firenze-Roma la A1 e da Napoli, la A16. Quindi, uscire a Bari Nord e poi proseguire per la SS16 fino all’uscita Conversano-Cozze, infine percorrere la SS634.